sabato, Aprile 20, 2024

L’ENI DÀ I NUMERI SUL MERCATO DEL GAS

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Dopo il primo volume, dedicato all’industria petrolifera e presentato lo scorso luglio, in questi giorni l’Eni ha pubblicato il secondo capitolo della sua World Oil and Gas Review 2017, la rassegna statistica mondiale su riserve, produzione e consumi di petrolio e gas naturale che quest’anno ha raggiunto la sedicesima edizione.

Il documento – come spiega la corporation di San Donato Milanese in una nota – fornisce dati e statistiche sul gas naturale, sui biocombustibili e, per la prima volta, sulle nuove energie rinnovabili (eolico e solare); fonti che rappresentano elementi chiave per una transizione energetica verso un futuro low carbon.

Secondo i dati raccolti dall’Eni nel 2016 le riserve mondiali di gas sono aumentate dello 0,9%, trainate dalle performance di USA (dove le riserve sono tornate ad aumentare dopo il calo del 2015), Nigeria e Iraq. Parlando invece di valore assoluto, al vertice della classifica c’è la Russia, che da sola detiene il 25% di tutte le riserve di gas mondiali, mentre nella top-ten sono presenti ben 6 paesi membri dell’OPEC, che insieme detengono il 32% delle riserve complessive.

Per quanto riguarda invece la produzione di gas, lo scorso anno l’output complessivo a livello mondiale è aumentato dello 0,7% rispetto al 2015, soprattutto grazie ai nuovi impianti che sono entrati a regime in Australia. Negli USA, che restano i primi produttori al mondo, dopo una decade di crescita costante dovuta al crescente sfruttamento dei giacimenti di shale gas, lo scorso anno l’output ha registrato una leggera flessione (-3,2%). Stazionaria invece la Norvegia e in calo la produzione dell’Unione Europea, con un -3%. Segno più invece per la Russia, che resta il secondo produttore del mondo dietro gli Stati Uniti e che lo scorso anno ha messo a segno un nuovo incremento dopo l’arresto del 2015.

Per quanto riguarda invece le dinamiche della domanda mondiale di gas naturale, le statistiche dell’Eni parlano di un incremento del 2% nel 2016, grazie soprattutto alla crescita sostenuta dell’Unione Europea (+5,1%) e della regione asiatica (+5,1%), dove spicca la Cina con consumi in crescita dell’8,6% su base annua.

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