L’Eni potrà intervenire a soccorso della FSO Nabarima di PDVSA (la compagnia petrolifera statale del Venezuela), ancorata nel golfo di Paria e carica di oltre 1 milione di barili di greggio, che a seguito dell’allagamento nella sala macchine si è inclinata in maniera pericolosa. L’acqua salata avrebbe danneggiato la parte elettrica e una serie di dispositivi importanti come il sistema di controllo per il rilevamento dei gas e quello di protezione anti-incendio.
Anche se si tratta di un’unità stazionaria, con la funzione di immagazzinare petrolio proveniente dalla piattaforma 4F che si trova a 22 km, la situazione ha generato profonda preoccupazione nei paesi vicini.
Per scongiurare il peggio, qualche giorno fa è arrivato il via libera da Washington alla compagnia italiana ENI, socia di PDVSA per operare nella fascia dell’Orinoco, che le consentirà quindi di scaricare circa 1.200.000 barili di greggio contenuto nelle enormi stive della FSO Nabarima.
L’ENI inoltre ha ottenuto il permesso anche di eseguire tutte le riparazioni necessarie della nave al fine di evitare un disastro ecologico che minaccerebbe tutta la costa dei Caraibi.
Nelle ultime settimane sono state fatte diverse ispezioni tecniche dal personale di Trinidad & Tobago, per valutare la serietà dei danni e di scartare eventuali pericoli di fuga di petrolio.
L’ENI quindi è pronta ad effettuare questa complessa manovra per scaricare il petrolio applicando metodi che prevedono l’utilizzo delle più moderne tecnologie disponibili, e avrebbe noleggiato la petroliera Delta Captain per procedere al recupero del petrolio, previa approvazione del piano da parte dei vertici della compagnia venezuelana PDVSA.