A Ravenna sono iniziate le attività di iniezione della CO₂ in giacimento nell’ambito della Fase 1 di Ravenna CCS, il primo progetto italiano di cattura e stoccaggio permanente della CO₂ guidato dalla joint venture tra Eni e Snam.
Sfruttando la grande capacità dei giacimenti a gas esauriti dell’Adriatico, l’Hub di Ravenna sarà uno dei siti più grandi al mondo per lo stoccaggio della CO₂ ed il sito di riferimento per il Mediterraneo.
La Fase 1 ha come obiettivo quello di catturare, trasportare e stoccare la CO₂ emessa dalla centrale Eni di trattamento del gas naturale di Casalborsetti, nel comune di Ravenna, stimata in circa 25 mila tonnellate per anno.
Una volta catturata, l’anidride carbonica sarà convogliata verso la piattaforma di Porto Corsini Mare Ovest e infine iniettata nell’omonimo giacimento a gas esaurito, nell’offshore ravennate, a circa 3.000 metri di profondità.
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Un altro elemento distintivo del progetto è l’alimentazione dell’impianto di cattura della centrale di Casalborsetti con energia elettrica da fonti rinnovabili, con il risultato di evitare ulteriori emissioni di CO₂.
La Fase II, invece, è prevista dal 2027 e ha come obiettivo lo sviluppo su scala industriale di Ravenna CCS; durante questa fase la JV mira a stoccare 4 milioni di CO₂ per contribuire alla decarbonizzazione delle industrie dei settori “hard to abate”.
Grazie alla capacità totale di stoccaggio dei giacimenti a gas esauriti dell’Adriatico, i volumi catturati e da immagazzinare nel sottosuolo potranno raggiungere 16 milioni di tonnellate all’anno in base alla domanda del mercato.
Eni e Snam stanno portando avanti iniziative di ricerca e sviluppo per un possibile riutilizzo futuro della CO₂ catturata.
Queste iniziative tenderanno a coinvolgere, nel prossimo futuro, le migliori competenze presenti sul territorio emiliano romagnolo, tra cui centri di ricerca e Università.
Claudio Descalzi, Amministratore Delegato Eni
“Un progetto di grande importanza per la decarbonizzazione è diventato realtà industriale. La cattura e lo stoccaggio della CO₂ è una pratica efficace, sicura e disponibile fin da ora per abbattere le emissioni delle industrie energivore le cui attività non sono elettrificabili.
Utilizziamo i nostri giacimenti esauriti, le nostre infrastrutture esistenti e il nostro know-how nelle tecniche di reiniezione per offrire un servizio molto competitivo per il quale stiamo riscuotendo un grandissimo interesse.
Stiamo affrontando la complessità della transizione energetica con concretezza e determinazione, accrescendo e valorizzando le soluzioni a nostra disposizione per decarbonizzare le nostre attività e i vari ambiti dei sistemi economici e industriali.
Dalle rinnovabili ai biocarburanti, dalla CCS alla chimica sostenibile – siamo impegnati a fornire ai nostri clienti una varietà di soluzioni con costante attenzione alla competitività economica e alla domanda reale di chi l’energia la deve utilizzare per lavorare e produrre”.
Stefano Venier, Amministratore Delegato di Snam
“L’impegno nel progetto Ravenna CCS è parte integrante del nostro piano strategico ed è coerente con la nostra intenzione di porci quale operatore multimolecola per abilitare una transizione energetica giusta ed equilibrata, nell’ambito della quale offrire anche ai soggetti più energivori la possibilità di intraprendere percorsi di decarbonizzazione che ne preservino la competitività.
Per farlo, facciamo leva sulle nostre storiche competenze nel trasporto e nello stoccaggio di molecole, con particolare riferimento all’area padana, nella quale siamo già radicati con asset strategici che da decenni sostengono lo sviluppo economico e sociale del Paese.
La joint venture con Eni si colloca, peraltro, nella medesima traiettoria di analoghi progetti di interesse europeo a cui partecipiamo attraverso le nostre partecipate in Francia, Grecia e Regno Unito e dai quali ci attendiamo di poter attingere sinergie funzionali al successo di Ravenna CCS”.
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