I gruppi cinesi del greggio non scenderanno sotto i 200 milioni di barili di riserve commerciali per i prossimi tre anni, anche nel caso di un rialzo del prezzo del greggio fino ai 130 dollari al barile. Lo ha comunicato ai gruppi del greggio la Commissione Nazionale per lo Sviluppo e le Riforme, che ha chiesto ai raffinatori di non scendere sotto l’equivalente di dieci giorni di riserve commerciali – 200 milioni di barili – neppure nel caso in cui i futures sul Brent dovessero tornare ai valori di luglio 2008. Secondo gli ultimi dati diffusi dall’agenzia Xinhua, attualmente le scorte commerciali dei giganti cinesi dell’energia sono al di sopra di questa soglia, a quota 244,6 milioni di barili, pari a 33,37 milioni di tonnellate. La richiesta della Commissione ai raffinatori cinesi nasconderebbe alcuni ritardi nella seconda fase di accumulo delle riserve strategiche cinesi, che sono a quota 91 milioni di barili, secondo i dati di novembre scorso. “Il lento progresso nella realizzazione della seconda fase di riserve strategiche cinesi puo’ anche avere incentivato l’aumento delle riserve commerciali” ha commentato al South China Morning Post di Hong Kong Amy Sun, analista di Icis C1 Energy, societa’ di consulenza sull’energia con sede a Shanghai. Alla fine dello scorso anno, la Cina produceva 702 milioni di tonnellate di greggio raffinato, equivalenti a 14,1 milioni di barili al giorno, secondo i dati di China National Petroleum Corporation (Cnpc) il maggiore gruppo del greggio cinese