Per ragioni non meglio precisate, l’Eni avrebbe deciso di abbandonare la gara per rilevare la società italiana Rete Rinnovabile (RTR), uno dei primi operatori nazionali nel settore dell’energia solare.
L’azienda, che ha proprie sedi a Roma e Rovereto (Trento), è controllata dal fondo di private equity britannico Terra Firma, che però ha deciso di alienare questo asset tramite un deal che – secondo l’agenzia di stampa Reuters – potrebbe superare la soglia del miliardo di euro in termini di valore economico, configurandosi, in caso di esito positivo, come la più grande operazione nella storia dell’industria fotovoltaica italiana, ancora molto frammentata e quindi sotto pressione nella direzione di una maggiore aggregazione.
Terra Firma ha quindi avviato una gara per raccogliere offerte relativa agli impianti di RTR, 130 strutture per una capacità complessiva di 330 MW, a cui inizialmente sembrava seriamente intenzionata a partecipare anche la corporation di San Donato Milanese, in partnership con Qatar Petroleum.
Progetto che però sembra essere stato rapidamente accantonato: secondo quanto rivelato dalla stessa Reuters, infatti, Eni e il partner qatariota si sarebbero ritirati dalla gara.
La procedura va comunque avanti e si trova ormai nella sua fase finale. Entro pochi gironi, infatti, si concluderanno le operazioni di due diligence e i soggetti interessati dovranno sottoporre le proprie offerte vincolanti a Terra Firma, che intende giungere a chiudere l’operazione di cessione di RTR entro il prossimo 5 agosto.