Durante la giornata di Lunedì 9 Dicembre si è verificata una tremenda esplosione nella raffineria di Eni a Calenzano, in provincia di Firenze. Il bilancio parla, attualmente, di 4 morti, 26 feriti e una persona ancora dispersa.
Secondo le ricostruzioni dei Vigili del Fuoco, intervenuti prontamente sul posto, la deflagrazione sarebbe avvenuta presso il deposito di carico, dove gli autisti stavano rifornendo le proprie autobotti. “Gli autisti che stavano per approssimarsi alla pensilina per il carico mi hanno raccontato che quanto avvenuto, è successo per il difetto di modalità di carico di una delle autocisterne. Cosa ha determinato questo è da vedersi. Noi abbiamo avuto questo disastro terribile ma nessuna delle torri di deposito del carburante è stata toccata, perché altrimenti non so cosa sarebbe potuto succedere“, ha spiegato Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana ai microfoni di Radio24.
Subito dopo l’esplosione si è levata una nube di fumo nero contenente residui di idrocarburi e monossido di carbonio, che è stata portata via dal forte vento. Il dipartimento della Protezione civile ha attivato un alert per un raggio di cinque chilometri chiedendo di “tenere chiuse le finestre e di non avvicinarsi alla zona” e sono state distribuite delle mascherine per proteggersi dall’odore acre e pungente.
Sono ancora in atto le ricerche dell’ultima persona dispersa che dovrebbe essere, come le quattro vittime accertate, un camionista che si trovava nell’area per il rifornimento.
“Eni sta pienamente collaborando con l’autorità giudiziaria per l’accertamento delle dinamiche e delle cause dell’esplosione di una delle autobotti presso la pensilina di carico“, si legge in una nota dell’azienda.
La redazione di OilGas News desidera esprimere la propria vicinanza alle famiglie delle vittime coinvolte dall’esplosione e alle persone ferite.