Sarà l’Eni, tramite la sua controllata Trans Tunisian Pipeline Company (TTPC), ad operare per altri 10 anni, e cioè fino al 2029, il gasdotto trans-tunisino, infrastruttura fondamentale per importare in Italia il gas prodotto in Algeria, Paese con cui la corporation di San Donato proprio il mese scorso ha prolungato i contratti di fornitura.
Il nuovo accordo per il transito attraverso la Tunisia del gas naturale di provenienza algerina, firmato dal Ministro dell’Industria Slim Feriani e dall’Amministratore delegato dell’Eni Claudio Descalzi alla presenza del Primo Ministro della Tunisia Youssef Chahed, “fa seguito – precisa il ‘cane a sei zampe’ in una nota – alle intese raggiunte nel maggio scorso con Sonatrach in relazione all’acquisto del gas ed al trasporto nel canale di Sicilia (cosiddetto sistema TMPC), e completa il quadro contrattuale che consente l’importazione in Italia del gas algerino”.
Con questo accordo l’Eni, tramite la propria controllata Trans Tunisian Pipeline Company, si impegna ad esercire il gasdotto per i prossimi 10 anni, assicurando i necessari reinvestimenti di ammodernamento dell’infrastruttura ed usufruendo del diritto esclusivo su tutta la capacità di trasporto.
Il gasdotto trans-tunisino, realizzato all’inizio degli anni ’80 e successivamente potenziato in più fasi, consiste in due linee da 48 pollici lunghe circa 370 km (dal confine algero-tunisino presso Oued Saf Saf fino al promontorio di Cap Bon) e cinque centrali di compressione. Con una capacità di trasporto di circa 34 miliardi di metri cubi all’anno, quest’opera – assicura l’Eni – “svolge e svolgerà un ruolo chiave per l’approvvigionamento energetico della Tunisia e dell’Italia, contribuendo alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento ed alla transizione energetica del mercato italiano”.