La perdurante instabilità politica in cui si trova ormai da anni la Libia continua a danneggiare le attività petrolifere nazionali, comprese quella in cui è coinvolta a vario titolo l’Eni.
Nei giorni scorsi, la compagnia di stato libica NOC, è infatti stata costretta a fermare tutte le attività del maxi-giacimento El-Feel, noto anche col nome di Elephant, e operato in joint-venture, tramite la società Mellitah Oil and Gas, proprio con la corporation di San Donato Milanese.
L’impianto è stato infatti preso nuovamente d’assalto da milizie locali: questa volta – in base a quanto ricostruito dalle agenzie di stampa internazionali – si tratterebbe dell’unità di Fezzan della Petroleum Facilities Guard, organizzazione che teoricamente avrebbe il compito di proteggere proprio l’integrità e l’operatività degli impianti petroliferi. Secondo una nota diffusa dalla stessa NOC, però, alcuni membri del gruppo armato avrebbero minacciato i lavoratori di El-Feel e sarebbero poi entrati negli uffici amministrativi dello stabilimento sparando alcuni colpi in aria. Le guardi avrebbero chiesto il pagamento di stipendi arretrati e la promessa fornitura di carburante. NOC però sostiene che ormai moltissime persone sostengono di far parte della Petroleum Facilities Guard solo per ottenere dei benefici, pur non avendo in realtà nessun compito di questo tipo o trovandosi anche molto lontano della aree in cui effettivamente si svolgono le attività della compagnia.
NOC e l’Eni sono quindi stati costretti a sospendere la produzione del giacimento e la movimentazione del greggio verso la raffineria di Zawiya e il relativo terminal per l’export, dichiarando cause di forza maggiore per l’interruzione delle spedizioni internazionale e quindi dei contratti di fornitura con terze parti.
Prima dello scoppio della guerra civile nel 2011, il giacimento El-Feel produceva circa 90.000 barili di petrolio al giorno, mentre negli ultimi anni il livello dell’output è stato molto altalenante, e negli ultimi tempi, prima di questo ennesimo blocco (una situazione analoga si era già verificata nell’agosto 2017), si aggirava attorno ai 72.000 barili al giorno.
Una dinamica comune a tutta l’industria estrattiva della Libia: prima del 2011, il paese produceva 1,6 milioni di greggio al giorno, mentre a gennaio 2018 – secondo i dati di S&P Global Platts – la produzione giornaliera si è attestata a quota 980.000 barili.