Dati preoccupanti alla mano, anche per il 2018, e l’auspicio che sia l’Eni che il suo azionista, ovvero il Governo italiano, si decidano a investire massicciamente per rilanciare le attività estrattive nel Mar Adriatico.
Su questi concetti base si sviluppa l’intervista rilasciata a ‘OilGas News’ da Franco Nanni, Presidente del ROCA (Ravenna Offshore Contractors Association), l’associazione che raggruppa gli operatori ravennati del settore oil&gas.
“Stiamo completando la raccolta dei dati relativi al 2017 e realizzando le previsioni per il 2018 sull’attività offshore nel distretto di Ravenna, che è il principale a livello nazionale per quanto riguarda la produzione di gas” spiega Nanni.
Qual il trend del settore e quali le prospettive per l’anno in corso?
“Negli anni ’90 questo distretto industriale occupava circa 10.000 persone, ma progressivamente nel corso degli anni le attività estrattive di gas sono diminuite fino quasi ad azzerare nuovi investimenti nell’offshore ravennate. Conseguentemente anche l’occupazione è drammaticamente calata: da 6.0000 addetti nel 2014 siamo passati a 3.660 nel 2015, 3.400 nel 2016, 2.250 nel 2017 e prevediamo che al termine del 2018 gli occupati scenderanno al di sotto delle 2.000 unità”.
“Si tratta di dati allarmanti, che fanno il paio con quelli relativi al fatturato delle aziende ravennati attive nell’oil&gas: da 1,7 miliardi nel 2014 siamo scesi a 1 miliardo nel 2015, 725 milioni nel 2016, 490 milioni nel 2017 e per il 2018 prevediamo di chiudere a 450 milioni, realizzati peraltro quasi interamente all’estero”.
Come giudicate il recente piano di investimenti avviato dall’Eni in Adriatico?
“Il piano energetico da 2 miliardi di euro avviato da Eni in Adriatico è certamente un segnale positivo, anche se non in grado di invertire la rotta. ROCA ritiene che l’Adriatico abbia ancora molte possibilità d’investimenti: per non perdere le tecnologie e le specializzazioni acquisite auspichiamo che l’Eni dia slancio alle attività in quest’area, dove ci sono importanti giacimenti da sfruttare”.
Che ruolo può avere il Governo nel rilancio del settore in Adriatico?
Il Governo, sia come azionista di riferimento dell’Eni che come gestore dei permessi, ha un ruolo determinante nel rilanciare la produzione di gas, e quindi nel ridurre il peso dell’import di fonti energetiche, e nel fare ‘ripartire’ nuovamente gli investimenti nel settore, che farebbero aumentare l’occupazione”.
“Anche perché va ricordato che non investire nell’offshore adriatico non significa sostituire il gas con energie rinnovabili, come alcuni vorrebbero far credere. Significa, semplicemente, importare quel gas dall’estero, con un conseguente aumento dell’inquinamento dovuto al trasporto del materiale e un incremento della bolletta energetica a scapito delle famiglie consumatrici.
In questo contesto, come si stanno muovendo le aziende del ROCA?
“In generale il focus è verso l’estero, dove l’attività si sta riprendendo anche se il mercato è molto competitivo e difficile. Le nostre aziende associate sono molto attive proponendosi in Nord Africa, West Africa, Sud America ed in ogni località dove si svolgono attività di produzione di idrocarburi”.
Nel 2019, a Ravenna, tornerà l’OMC..
“Si, del 27 al 29 marzo 2019 Ravenna ospiterà l’Offshore Mediterranean Conference (OMC), conferenza e fiera del settore che viene organizzata ogni due anni fin dal 1993. Si tratta di un’importante vetrina per il nostro settore, che vede oltre 24.000 visitatori per edizione. ROCA sarà presente con un proprio stand e anche molte aziende associate esporranno direttamente”.