L’andamento operativo si è rivelato complessivamente positivo per Saipem, che però ha chiuso il primo semestre 2018 con una pesante perdita, dovuta in gran parte a svalutazione di asset e costi legati alla riorganizzazione delle proprie attività.
Nei primi 6 mesi dell’anno – spiega il contractor italiano in una nota – i ricavi sono stati pari a 3,79 miliardi di euro (di cui 1,88 miliardi nel Q2), in calo del 16,4% rispetto ai 4,59 miliardi dell’H1 2017. Nello stesso periodo sono scesi anche l’EBITDA adjusted (da 524 a 483 milioni di euro) e l’EBITDA (da 473 a 410 milioni), dinamica replicata anche per il risultato operativo (EBIT) adjusted, da 260 milioni nel primo semestre 2017 a 255 milioni nel primo semestre 2018, e per il risultato operativo (EBIT), da 124 milioni a una perdita di 74 milioni di euro.
Il risultato netto adjusted del semestre si è quindi attestato a quota 6 milioni di euro, rispetto ai 92 milioni dell’H1 2017, ma sul periodo hanno pesato svalutazioni e oneri per riorganizzazione per 329 milioni di euro, che hanno fatto sprofondare il risultato netto in rosso di 323 milioni.
Tra gli ‘special items’ che hanno generato il passivo nel bilancio semestrale, Saipem segnala “svalutazioni di immobilizzazioni materiali e immateriali derivanti dal test di impairment per 256 milioni di euro, principalmente a causa della riduzione delle rate prospettiche (oltre il periodo di piano) nel Drilling Offshore, nonché dell’aggiornamento del tasso di sconto; svalutazioni di circolante e accantonamento costi per 51 milioni di euro in relazione ad alcuni giudizi pendenti da tempo su progetti ormai conclusi, derivanti dall’attività di periodico monitoraggio legale dell’evoluzione del complessivo contenzioso; oneri da riorganizzazione per 22 milioni di euro”.
Nettamente positivo, invece, il risultato commerciale del semestre: l’azienda di San Donato Milanese nei primi sei mesi del 2018 ha acquisito nuovi ordini per 3,98 miliardi id euro, il 90% in più rispetto ai 2 miliardi di nuovi ordini acquisiti durante l’H1 2017. Al 30 giugno 2018 l’orderbook complessivo risultava quindi pari a 12,5 miliardi di euro, di cui 4,4 miliardi nell’Engineering & Construction Offshore, 6,6 miliardi nell’Engineering & Construction Onshore, 758 milioni nel Drilling Offshore e 665 milioni nel Drilling Onshore.
In forte crescita anche gli investimenti tecnici effettuati nel corso del primo semestre, pari a 313 milioni di euro (147 milioni nel primo semestre 2017), di cui una parte rilevante destinati all’acquisto del mezzo navale Saipem Constellation.
Infine l’indebitamento netto dell’azienda è rimasto sostanzialmente stabile, essendo passato da 1,29 miliardi di euro del 31 dicembre 2018 a 1,32 miliardi del 30 giugno 2018.
“Nella prima metà del 2018 Saipem ha realizzato una solida performance operativa che le ha consentito di ottenere un buon margine di gruppo in linea con la guidance. Abbiamo registrato un consistente volume di nuove acquisizioni in tutti i settori di attività, in particolare nell’E&C offshore e nell’E&C onshore nel quale stiamo raggiungendo il bilanciamento fra progetti oil e non oil-price related, anche attraverso la penetrazione in nuove aree geografiche. Prevediamo che l’attività commerciale mantenga questo slancio anche nella seconda metà dell’anno” ha spiegato Stefano Cao, Amministratore Delegato di Saipem.
“In questo contesto abbiamo completato la valutazione del nostro portafoglio di business definendo obiettivi e priorità strategiche specifici per ciascuna divisione. Abbiamo approvato una nuova fase della riorganizzazione che sarà pienamente operativa entro la fine dell’anno per assicurare alle divisioni la piena autonomia nel perseguire gli obiettivi e le priorità definite mettendole nella migliore posizione per affrontare le dinamiche del mercato attuale e sfruttare le opportunità future con la dovuta flessibilità”.