Snam avrebbe scelto gli USA come destinazione della sua prima sortita al di fuori dei confini europei.
Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Retuers, infatti, l’azienda italiana – affiancata dall’advisor finanziario JP Morgan – starebbe preparando un’offerta per rilevare una quota del gasdotto americano Rover, il cui valore complessivo si dovrebbe aggirare attorno ai 6 miliardi di dollari.
La pipeline, che si estende per 1.150 Km (con una capacità di 3,25 miliardi di piedi dubi di gas al giorno), collega i giacimenti di shale gas di Ohio, West Virginia e Pennsylvania con altre zone del midwest e, a nord, col Michigan, da dove poi il gas può essere rilanciato, sempre via condotta, fino in Canada.
Attualmente l’infrastruttura è controllata dai due fondi di private equity Energy & Minerals Group (EMG) e Blackstone Group, che insieme hanno il 67%, e dalla società texana Energy Transfer, che detiene il 33%. E’ proprio per quest’ultima quota, pari a circa un terzo del totale, che Snam starebbe preparando la sua offerta, a cui – secondo la Reuters – potrebbero affiancarsi quelle concorrenti di altri operatori, an ch’essi interessati a mettere le mani sul 33% del gasdotto Rover controllato da Energy Transfer. L’attenzione verso questo tipo di investimenti in questa fase è molto alta, anche da parte di fondi, che apprezzano la costanza di rendimento garantita dal business midstream.
In ogni caso, sempre in base alla ricostruzione dell’agenzia britannica, Snam starebbe sondando l’eventuale disponibilità di Energy & Minerals Group (EMG) e Blackstone Group a cedere anche le loro partecipazioni nella pipeline: se le cose dovessero evolvere in questa direzione, il gruppo italiano acquisirebbe il controllo integrale del Rover. A tal fine, Snam starebbe anche valutando una possibile alleanza con soggetti finanziari in grado di aumentare la propria ‘potenza di fuoco’, e quindi l’entità dell’offerta in fase di definizione.
Snam è da tempo impegnata in un ampio programma di espansione della sua presenza a livello internazionale e il primo tentativo di attraversare l’Atlantico era già stato fatto lo scorso ottobre, quando l’azienda guidata da Marco Alverà, in partnership con il fondo sovrano Mubadal di Abu Dhabi e con EIG Global Energy Partners, aveva formulato una propria offerta per rilevare il gasdotto TAG della brasiliana Petrobras, offerta però superata da un consorzio concorrente, guidato dalla francese Engie.
L’attenzione di Snam si è quindi spostata verso gli Stati Uniti, dove grazie allo shale gas la produzione di gas naturale è cresciuta esponenzialmente e dove – ricorda la Reuters – l’attività di gestione delle pipeline, totalmente libera, offre ritorni maggiori rispetto allo scenario europeo in cui invece le tariffe sono spesso regolate.