E’ stata la francese Total a firmare il primo Iranian Petroleum Contract (Ipc) dell’era post-sanzioni.
La corporation con sede a Parigi ha infatti siglato, insieme alla China National Petroleum Corporation (CNPC) e all’iraniana Petropars, un contratto con National Iranian Oil Company (NIOC) per lo sviluppo della fase 11 del giacimento di gas South Pars, da cui a partire dal 2021 verranno estratti 2 miliardi di metri cubi di gas al giorno, immessi direttamente nella rete nazionale dell’Iran.
In base al nuovo contratto – che avrebbe dovuto essere già concluso a inizio anno, ma che Total ha deciso di posticipare per valutare l’atteggiamento della nuova amministrazione USA nei confronti di Teheran – la oil major francese sarà operatore del giacimento e avrà il 50,1% delle quote, mentre a CNPC andrà il 30% e a Petropars il 19,9%.
L’intero progetto avrà un valore complessivo di 4,8 miliardi di dollari, mentre la prima fase costerà circa 2 miliardi, di cui uno fornito da Total, e prevede lo scavo di 30 nuovi pozzi e l’installazione di due piattaforme offshore che saranno poi collegate a impianti di terra già esistenti.
Oltre ad essere il primo contratto Ipc firmato dalla fine delle sanzioni, quello appena siglato segna anche il ritorno di Total in Iran, dove l’azienda era stata molto attive nei decenni precedenti avendo già sviluppato la fase 2 e la fase 3 dello stesso giacimento South Pars negli anni ’90, e firmato per la fase 11 nel 2009. Nel 2012 però Total, come le altre compagnie occidentali, aveva dovuto abbandonare il paese a causa dell’entrata in vigore delle sanzioni europee nei confronti del paese degli ayatollah.