Il mercato del petrolio ha toccato il fondo, con la domanda che si è ridotta di un terzo a causa del coronavirus, e ora la situazione potrebbe iniziare lentamente a migliorare a partire da maggio, quando avranno effetto i primi tagli dell’output concordati in sede OPEC+.
E’ quanto ha dichiarato il ministro russo dell’Energia Alexander Novak, che – parlando in occasione di una conferenza online con parlamentari russi – ha anche aggiunto che, comunque, il mercato petrolifero resterà molto volatile nelle prossime settimane, almeno fino al 1° maggio quando i tagli della produzione diventeranno effettivi.
Un primo segnale che la previsione del ministro russo potrebbe davvero avverarsi è peraltro arrivata oggi dalle quotazioni del Brent che, riporta ancora la Reuters, dopo aver toccato i 16 dollari al barile, cifra più bassa mai raggiunta fin dal 1999, ha iniziato a risalire, anche se solo di pochi punti percentuali, proprio in vista dei futuri tagli dell’output.
Un primo timido segnale, anche se, come ha ricordato l’analista di Petromatrix Oliver Jakob all’agenzia di stampa britannica, “siamo comunque a livelli di prezzo che generano un forte impatto negativo sulla produzione a livello mondiali”.