La ripresa della domanda asiatica di petrolio resterà debole nonostante la ripartenza delle economie regionali, con il rischio che una seconda ondata di coronavirus possa bloccare nuovamente i consumi e impattare nuovamente anche sull’industria energetica.
E’ l’opinione del CEO di Petronas, Wan Zulkiflee Wan Ariffin, che al termine del suo mandato (lascerà la guida del colosso malesiano a fine giugno) ha concesso un’ampia intervista a IHS Markit, poi ripresa anche dalla Reuters.
“Abbiamo avuto un vero collasso nei mesi scorsi, ma stiamo vedendo i primi segni di ripresa delle economie regionali. Ma questa ripresa è fragile”. Per Wan Zulkiflee la pandemia ha impattato su tutti i comparti dell’industria energetica, “creando problematiche di varia natura”.
Petronas nel secondo trimestre ha ridotto l’export sia di petrolio che di GNL e la compagnia sta cercando di mettere in atto misure per adattarsi alla “nuova normalità”.
“Alcuni cambiamenti sono venuti e restaranno. Il modo con cui i clienti si comporteranno nel prossimo futuro sarà sicuramente differente rispetto al passato. Ma cambieranno anche il rapporto tra aziende e dipendenti”.
L’incremento delle interazioni online come risultato delle crisi del coronavirus potrà infatti modificare – secondo il CEO di Petronas – gli attributi richiesti per la leadership aziendale e in generale ai dipendenti, il 55% dei quali ora ha sotto i 35 anni.
Nel lungo periodo petrolio e gas resteranno le principali fonti nel mix di Petronas, ma il gruppo si focalizzerà sempre di più sulle rinnovabili e su investimenti nel settore chimico.