PO Valley, gruppo energetico australiano attivo fin dalla fine degli anni ’90 nello sfruttamento di idrocarburi in Nord Italia attraverso le sue due controllate Northsun Italia S.p.A e Po Valley Operations Pty Ltd, è pronta a riattivare uno dei primi e più grandi giacimenti di gas sfruttati dall’Eni nella pianura Padana, ovvero il Selva.
Negli ultimi 35 anni questo campo estrattivo, grazie a 15 pozzi, ha prodotto per conto della major di San Donato Milanese 2,3 miliardi di metri cubi di gas, ma secondo l’azienda australiana – che ha rilevato l’80% degli interessi di Selva e la stessa quota del vicino permesso Selva East – ci sono ancora delle potenzialità inespresse.
Già nelle prossime settimane PO scaverà infatti un nuovo pozzo profondo 1.300 metri, che si chiamerà Podere Maiar 1 e si troverà nell’area Podere Gallina (che copre una superficie di 332 Km2 ubicata in Emilia Romagna, tra le province di Ferrara e Bologna), grazie all’impiego del rig Archimede HH, dopo aver ottenuto le autorizzazioni necessarie lo scorso febbraio e aver già provveduto alla realizzazione di tutte le opere preparatorie.
Secondo PO, affiancata in entrambi i giacimenti da United Oil & Gas col 20%, nel Selva ci sono ancora 481 milioni di metri cubi di gas, che una volta estratti dal Podere Maiar 1 potranno essere facilmente immessi nella rete nazionale, un cui punto di accesso dista solo 400 metri dal pozzo.
“PO Valley ha identificato un area del Selva ancora non sfruttata dai precedenti pozzi, così come un nuovo target di esplorazione nel vicino Selva East. In questa operazione abbiamo come partner, al 20% di entrambi i giacimenti, United Oil & Gas. Il pozzo Podere Maiar 1 è un passaggio strategico che ci consentirà di aumentare la produzione di gas in Italia” ha commentato il Presidente di PO Valley Michael Masterman.