L’Eni ha deciso di abbandonare il settore upstream in Croazia, cedendo le proprie attività nel paese balcanico.
E’ la stessa corporation italiana a comunicare di aver firmato un accordo con INA per la vendita del 100% di Eni Croatia, che attualmente raggiunge una produzione di gas pari a circa 2.500 barili di olio equivalente al giorno. L’acquisizione è soggetta all’approvazione da parte delle autorità competenti.
Parallelamente alla cessione della controllata croata, Eni ha però firmato con INA anche un contratto di fornitura, in base al quale il gas naturale prodotto dal giacimento offshore giacimento Marica continuerà ad essere venduto e trasportato in Italia.
Con questo accordo – spiega ancora l’Eni – che si inserisce nel piano di razionalizzazione del portafoglio mediante vendita degli assets marginali, il gruppo di San Donato esce dal business upstream in Croazia, dove era presente dal 1996, in partnership proprio con INA.
Nel frattempo, l’Eni ha messo a segno un’ulteriore cessione di quote di Zohr, il maxi giacimento di gas naturale scoperto nel 2015 al largo delle coste dell’Egitto.
Dopo il 30% ceduto alla russa Rosneft e il 10% alla britannica BP, ora Eni ha finalizzato la vendita di un altro 10 % del giacimento a Mubadala Petroleum, società interamente posseduta da Mubadala Investment Company. Eni, tramite la controllata IEOC, resta comunque titolare del 50% di Zohr, progetto che attualmente si trova in fase di ramp-up con l’obiettivo di raggiungere 2 miliardi di piedi cubi di gas al giorno (bcfd) di capacità complessiva installata entro la fine dell’anno e di raggiungere il plateau di produzione di 2,7 bcfd entro la fine del 2019.