“La transizione energetica è un processo inevitabile e irreversibile, che ormai è cominciato. Ma non deve spaventare le aziende del settore, che anzi devono vederla come una nuova opportunità”.
Ne è convinto Fabrizio Di Amato, fondatore e Presidente di Maire Tecnimont, intervenuto (dopo il benvenuto di Luigi Ciarrocchi, Presidente, Assomineraria) per i saluti introduttivi – in qualità di ‘padrone di casa’ – all’workshop ‘La filiera energetica: scenari e innovazione per lo sviluppo sostenibile’, organizzato da Assomineraria proprio nell’auditorium della sede di Maire Tecnimont, a Milano.
“La transizione è ormai un dato di fatto: siamo di fronte a qualcosa di simile a quanto avvenuto con internet all’inizio del millennio, una vera rivoluzione per il settore delle telecomunicazioni. Oggi un grande cambiamento sta interessando l’industria dell’energia, e anche se il processo sarà lungo, non si può tornare indietro”.
Una situazione che – ha detto Di Amato – potrebbe spaventare qualcuno: “Il settore dell’oil&gas è tradizionalmente ‘resistente’ al cambiamento, ma a questo punto deve prendere atto che la transizione energetica è ormai in atto, e non si tratta di un processo reversibile”. E’ quindi l’approccio dei player del settore che, secondo il patron di Maire Tecnimont, deve cambiare: “Per le aziende la transizione verso fonti energetiche sostenibili può essere un’opportunità per riposizionarsi e darsi nuovi obbiettivi. In quest’ottica resta comunque fondamentale preservare e valorizzare il concetto di filiera, che poi è una delle mission di Assomineraria”.
Il gruppo Maire Tecnimont si è già lanciato nell’arena ‘green’, costituendo la nuova società NextChem. “Certo – ammette l’imprenditore – per ora gli stipendi dei nostri dipendenti li pagano le attività tradizionali, ma era una mossa che dovevamo fare, non potevamo non intraprendere questo percorso”.
Le prospettive per la nuova società, le cui caratteristiche sono state illustrate da Pierroberto Folgiero, CEO di Maire Tecnimont, sono comunque molto positive: “Il mercato per NexChem sarà in costante crescita, proprio perché si sta andando in questa direzione e i possibili filoni del business sostenibile sono molteplici”. D’altra parte molte dinamiche dell’industria energetica stanno mutando: “Assistiamo – ha spiegato Folgeiro – ad un vero e proprio rinascimento della petrolchimica. Oggi anche le principali oil major, tradizionalmente focalizzate soprattutto sull’upstream, ci chiedono di realizzare impianti petrolchimici”.
Tendenza che, secondo il CEO di Maire Tecnimont testimonia un’evoluzione dai classici paradigmi del settore energetico e dell’oil&gas, ma dimostra anche una sorta strabismo collettivo: “Vediamo da un lato una ‘corsa’ verso la produzione di materie plastiche, e dall’altro una continua e crescente condanna della plastica come principale causa di tutti i danni ambientali per il pianeta”. Visione che può e che, anzi, deve essere superata: “Sono convinto – ha assicurato infatti Folgiero – che si possa arrivare ad un’economia della plastica ‘matura’, magari svincolando questo materiale dal concetto di ‘usa e getta’ e utilizzandolo come materiale durevole. Potrebbe anche diventare un modo per trasformare e riutilizzare la CO2”.
Un tema, quello del riutilizzo dell’anidride carbonica, su cui sta lavorando anche l’Eni, come ha spiegato durante l’workshop di Assomineraria Giuseppe Tannoia, EVP Research & Technological Innovation del ‘cane a sei zampe’. “Per quanto riguarda la sostenibilità abbiamo avviato due grandi programmi: uno sull’energy transition e un altro sull’economia circolare. Nell’ambito del primo lavoriamo su due filoni: l’utilizzo del gas da un lato e la separazione e il riutilizzo della CO2 dall’altro, mentre il secondo si riferisce a molteplici aspetti della nostra attività, dal decomissioning delle piattaforme offshore (riutilizzate per esempio per acquacoltura) alla generazione di energia dal moto ondoso, tramite apposite boe, che poi può essere utilizzata per far alimentare l’attività produttiva della piattaforme ancora in funzione”.
Tannoia, che ha ricordato anche la bio-raffineria di Gela, “dove dalla lavorazione dei rifiuti viene generato carburante a basso contenuto di zolfo che potrà essere utilizzato per esempio per alimentare le navi”, ha poi aggiunto che “non soltanto l’Eni, ma tutte le principali oil company come per esempio Shell e Total, stanno investendo molto in questo ambito, e anche le nuove opportunità dal punto di vista occupazionale saranno considerevoli nei prossimi anni”. Tra gli altri intervenuti al convegno, Marco Brun, Presidente e Amministratore Delegato, Shell Italia E&P ha presentato lo ‘Scenario Sky 2018’, che partendo dagli obbiettivi di COP21 analizza l’evoluzione del settore energetico a livello mondiale, mentre Luca Gatto, Responsabile Reti Indirette e Business Promotion, SACE, ha fornito alla platea una panoramica sui servizi di supporto finanziario che l’agenzia è in grado di fornire alle aziende italiane dell’oil&gas che operano a livello internazionale.