venerdì, Novembre 22, 2024

A MCT PETROLCHIMICO SAIPEM XSIGHT PRESENTA UNA NUOVA TECNOLOGIA PER RICICLARE LA PLASTICA

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Quali sono le nuove tecnologie in grado di ridurre l’impatto ambientale dell’industria petrolchimica? Numerose: si va da nuovi processi per riciclare la plastica a valvole ‘green’ capaci di recuperare l’energia dispersa fino a sistemi in grado di ridurre le emissioni dannose degli impianti di flairing delle raffinerie.

Di questo, e di molto altro, si è parlato durante “Tecnologie e sostenibilità per il petrolchimico e il settore energetico”, uno dei diversi convegni che hanno animato l’edizione 2019 di mcT Petrolchimico, evento dedicato ai professionisti del settore petrolchimico, dell’oil&gas e dell’industria di processo, svoltosi oggi (28 novembre; ndr) a Milano.

In questa occasione, dopo saluti introduttivi di Carlo Perottoni ed Emanuele Baggi, intervenuti in rappresentanza di A.I.S. (Associazione Italiana Strumentisti) e di ISA Italy Section, Marco Vaccarono, delle divisione XSIGHT di Saipem (costituita un paio di danni fa proprio per concentrarsi su nuove tecnologie e transizione energetica), ha affrontato un tema di grande attualità, ovvero il riciclo dei materiali plastici.

“Di riciclo della plastica si parla molto ma in realtà non se ne fa ancora così tanto. In Europa si producono circa 65 milioni di tonnellate di materiale plastico ogni anno, ma dalla raccolta differenziata ne tornano indietro solo 27 milioni di tonnellate, di cui una parte minima, poco più del 30%, viene poi effettivamente riciclata (mentre vetro, carta e alluminio sono su valori attorno al 70%)” ha spiegato Vaccarono, chiarendo lo scenario da cui Saipem è partita per sviluppare questo suo nuovo progetto.

“Ciò avviene soprattutto perché il 95% del riciclo è effettuato per via fisica, e cioè senza modificare la molecola della plastica, ma un sistema del genere ha dei limiti”. Ultimamente si stanno sviluppando altre modalità di riciclo, definite chimiche, “come pirolisi, gassificazione, depolimerizzazione”. A queste si aggiunge ora un nuovo procedimento sviluppato da XSIGHT, in collaborazione con la società Itea, “che abbiamo chiamato oxy-combustion o anche ‘combustione pressurizzata senza fiamma’. I vantaggi sono numerosi – ha quindi sottolineato l’ingegnere di Saipem – e di varia natura: innanzitutto questo metodo è flessibile, relativamente semplice a applicabile con impianti di piccola dimensione. Inoltre, il processo non genera NOx se non in quantità trascurabili, produce CO2 pura, che si può raccogliere facilmente evitando l’immissione in atmosfera, e delle ceneri vetrose completamente inerti”. Come se non bastasse, “con l’oxy-combustion è possibile generare energia recuperando il calore liberato durante il procedimento, che viene facilitato mescolando il ‘plasmix’ (insieme di materiale plastico da riciclare) con fanghi di depurazione, ovvero i prodotti dalla chiarificazione delle acque reflue che ad oggi sono un materiale di scarto che non aveva ancora trovato un riutilizzo”.

Cambiando totalmente fronte, ma restando sempre nell’ottica di una riduzione dell’impatto ambientale delle attività legate al comparto petrolchimico, Stefano Malavasi, docente del Politecnico di Milano, ha presentato il progetto GreenValve: si tratta di un’innovativa valvola di regolazione brevettata dall’ateneo meneghino, in grado di produrre energia come caratteristica aggiuntiva rispetto allo scopo primario del manufatto, e cioè quello di regolare pressione del flusso di un liquido in una condotta. “Una delle problematiche che inficiano l’efficienza degli impianti petrolchimici è costituita dalla fisiologica dissipazione idraulica e fluidodinamica. Obbiettivo del nostro lavoro era ridurre questa dissipazione, migliorando l’efficienza dell’impianto e quindi riducendo di conseguenza il suo impatto ambientale (evitando lo spreco di energia)” ha spiegato Malavasi.

Il professore del Politecnico è quindi entrato nel dettaglio della GreenValve, “che è realizzata con componentistica già esistente e disponibile sul mercato”. Il concetto base è infatti quello di inserire in una valvola a sfera una turbina, la quale “senza inficiare l’efficienza dell’attività di regolazione dei flussi della valvola stessa, è in grado di accumulare l’energia che naturalmente viene dissipata durante il passaggio del materiale attraverso al condotta”. La domanda seguente a cui si sono trovati a dover rispondere i ricercatori dell’università milanese è stata: come impiegare l’energia così raccolta? “Si tratta di una quantità troppo modesta per essere reimmessa in rete, ma più che sufficiente per esempio ad alimentare sistemi di monitoraggio e controllo remoto della valvola in grado di inviare dati in tempo reale, e non ogni ora come avviane di solito, proprio per mancanza di sufficiente energia”.

Altro tema trattato, questa volta da Sergio Parigi di A.I.S., è stata la riduzione delle emissioni connesse agli impianti di flaring delle raffinerie, “che sono fondamentali per la sicurezza degli stabilimenti in quanto costituiscono lo sfogo di eventuali picchi di pressione, ma che certamente hanno un impatto negativo sull’ambiente. Per limitare i danni, ci sono dei sistemi chiamati HIPPS, che di fatto riescono a ridurre il flusso di gas incanalato verso la combustione e quindi immesso poi in atmosfera”.

A seguire, Daniele Romano di Vega ha parlato dell’evoluzione della strumentazione e della sensoristica verso l’Internet of Things nell’era dell’industria 4.0, mentre Leonardo Roncarati, della società Roncarati, ha elencato una serie di misure da implementare negli stabilimenti per fronteggiare le scariche atmosferiche.

Si sono poi susseguiti gli interventi tecnici di Alexander Horch di Hima (sicurezza dei sistemi connessi); Guido Gironi di LGM Engineering (trasmissioen dati in fase di test); Massimiliano Veronesi di Yokogawa (casi di successo nel control system revamping); Emanuele Minaglia e Andrea Anfuso di Rockwell Automation (IoT).

Gli altri convegni svoltisi nell’ambito di mCT Petrolchimico sono stati: “ATEX – Tecnologia, Normativa, Nuovi approcci e Soluzioni”, organizzato in collaborazione con CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano), e “Cybersecurity per l’Industria – nuove criticità, nuove soluzioni”, organizzato in collaborazione con Anipla (Associazione Nazionale Italiana Per L’Automazione), a cui si sono aggiunti numerosi workshop specialistici su diverse tematiche d’interesse per i professionisti dell’industria petrolchimica.

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