La diffusione del coronavirus a livello mondiale, unita al drastico calo dei prezzi del greggio – dovuto alla ‘guerra’ in atto tra Arabia Saudita e Russia – hanno imposto all’Eni una revisione totale dei propri progetti in Medio Oriente, che riguardano attività sia upstream che downstream in Bahrain, Libano, Oamn ed Emirati Arabi, compresi quelli in partnership con l’azienda statale ADNOC di Abu Dhabi.
“Stiamo rivedendo tutti i progetti in corso per il 2020 e il 2021” ha dichiarato nel corso di una conference call Fuad Krekshi, executive vice president dell’Eni per il Medio Oriente. “Prevediamo di poter definire un nuovo piano d’azione nel corso del prossimo mese”.
“Non si tratta solo del coronavirus” ha aggiunto il manager del ‘cane a sei zampe’. “Stiamo parlando di un mercato che ha visto un calo dei prezzi del 50%. Stiamo valutando entrambe le situazioni: crollo del barile e impatto del coronavirus”.
Tra i progetti in fase di revisione c’è anche quello relativo allo sviluppo del giacimento di gas Ghasha ad Abu Dhabi, di cui Eni ha il 25% delle quote, in partnership con ADNOC che è l’operatore. Il sito, di cui sono azionisti anche la tedesca Wintershall, controllata del gruppo BASF, col 10%, e l’austriaca OMV col 5%, è situato nel nord-ovest del Paese mediorientale e, una volta operativo, dovrebbe avere una capacità produttiva di circa 1 bcf (billion cubic feet) al giorno.