L’Eni ha cambiato la sua mission, e lo ha fatto spinta dalla necessità economica, ovvero dalla perdurante debolezza del prezzo del greggio al barile, e dalla volontà di ridurre il proprio impatto sull’ambiente.
“Da azienda oil&gas, siamo diventati un’azienda che produce energia a 360 gradi” ha infatti dichiarato il CEO della corporation italiana Claudio Descalzi in occasione del 17° Italian Energy Summit, organizzato a Milano da Il Sole 24 Ore.
“La nostra crescita – ha spiegato il numero uno del ‘cane a sei zampe’ – non è avvenuta, come hanno fatto altri, attraverso processi di acquisizione o aggregazione, ma grazie alle nostre nuove scoperte, soprattutto i giacimenti di gas in Egitto e Mozambico, e alla valorizzazione di queste risorse”.
Un altro tassello importante dal piano di rinnovamento dell’Eni è costituito dalla chimica: “Era un settore in perdita negli ultimi anni, ma noi abbiamo deciso di puntare su una chimica ‘green’ riconvertendo impianti esistenti, e questa scelta, oltre ad avere una valenza etica, ci sta dando soddisfazioni anche dal punto di vista economico. Quest’anno la divisione dedicata a tali attività dovrebbe infatti tornare a produrre utili”.
Descalzi non dimentica poi le rinnovabili, “su cui stiamo investendo convintamente. Nei prossimi anni questo business inizierà ad incidere in misura sensibile sul nostro Ebitda complessivo”:
Il CEO dell’Eni ha poi affrontato il tema della decarbonizzazione, “un processo inevitabile, un obbiettivo a cui tendere che può essere raggiunto grazie al contributo determinante del gas naturale. Ma non possiamo pensare che il carbone sparisca dall’oggi al domani. Ci sono ancora oltre 1 miliardo di persone nel mondo che non hanno accesso all’energia elettrica: ci servono tutte le fonti di energia, ma dobbiamo delineare un mix equilibrato, che tenda alla decarbonizazione in modo realistico e graduale”.