La Grecia ha deciso di sfruttare al massimo le proprie risorse di gas e petrolio che, seppure limitate, potrebbero consentire al Paese di ridurre la propria dipendenza dall’estero nell’approvvigionamento di energia e portare un po’ di respiro alle casse dello Stato.
Per farlo, Atene – secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Reuters – ha deciso di affidarsi alla corporation francese Total, che nei giorni scorsi ha ricevuto una concessione per esplorare un blocco offshore nel Mar Ionio. Il gruppo transalpino sarà l’operatore del blocco, con il 50% delle quote, mentre la metà restante sarà equamente suddivisa tra la società locale Hellenic Petroleum e l’italiana (ma controllata da Gas de France) Edison.
L’accordo deve ancora essere approvato dal Parlamento greco, prima che le trivellazioni nell’offshore dello Ionio possano iniziare.
Quest’area di mare greco è ancora una frontiera inesplorata, e al momento i dati sulla reale presenza di idrocarburi sono molto scarsi. Total però ha deciso di investire nel Mediterraneo Orientale dopo le recenti scoperte di gas in Egitto e in Israele. La major francese ha già iniziato a trivellare al largo di Cipro, e in partnership con la stessa Hellenic Petroleum e con l’americana ExxonMobil, ha anche espresso interesse a poter avviare esplorazioni nell’offshore dell’isola di Creta.
La Grecia, come molti altri paesi europei, importa la maggior parte degli idrocarburi necessaria all’economia nazionale: oltre il 60% del gas è di origine russa, da dove arriva anche un terzo di tutto il petrolio consumato ogni anno nel Paese. Per tentare di ridurre questa dipendenza da Mosca, il Governo di Atene sta agendo in vari modi, ed è già in funzione un rigassificatore al largo delle coste della capitale, da dove viene importato GNL proveniente dall’Algeria, e dove a breve potrebbe giungere anche il primo carico di shale gas americano.
Nel frattempo, la corporation pubblica DEPA sta sviluppando il progetto di una nuova FSRU che dovrebbe essere installata nell’offshore di Alexandroupolis, città vicino al confine con Turchia e Bulgaria. L’impianto, che avrà una capacità di 6,1 miliardi di metri cubi all’anno, potrà rifornire di gas il Sud Europa tramite il gasdotto Interconnector Greece-Bulgaria (IGB), che a sua volta verrà connesso alla Trans-Adriatic Pipeline.