Diventa sempre più verosimile l’ipotesi di sanzioni americane nei confronti del nuovo gasdotto Nord Stream 2 – che trasporterà il gas russo fino in Germania passando sui fondali del Mar Baltico – e delle aziende coinvolte nella realizzazione di questa infrastrutture energetica.
A riferirlo, alcuni giorni fa, è stata l’agenzia di stampa Reuters, secondo cui un gruppo di parlamentari di Washington, appartenenti ad entrambi i principali schieramenti politici USA (i Senatori repubblicani Ted Cruz, John Barrasso e Tom Cotton e la democratica Jeanne Shaheen) sarebbero sul punto di presentare un provvedimento che introdurrebbe sanzioni in ambito finanziario e limitazioni agli spostamenti nel Paese per aziende e individui convolti nella costruzione della pipeline.
Questa proposta di legge, che – ricorda l’agenzia di stampa britannica – per diventare effettiva dovrà percorrere un lungo iter ed essere approvata sia dalla Camera dei Deputati che dal Senato, ed essere quindi firmata a promulgata dal Presidente americano Donald Trump, riflette la crescente preoccupazione degli Stati Uniti nei confronti dell’influenza russa sull’Europa.
Il Nord Stream 2, di proprietà del colosso russo del gas Gazprom ma finanziato anche dalle corporation tedesche Uniper e BASF e dall’anglo-olandese Shell, dall’australiana OMV e dalla francese Engie, collegherà la Russia con la costa settentrionale della Germania, tramite un tratto offshore nel Mar Baltico, consentendo al Paese dello Zar di rifornire uno dei suoi principali clienti aggirando l’Ucraina. Obbiettivo particolarmente caro a Mosca, i cui rapporti con Kiev sono costantemente tesi, ma al contrario osteggiato dagli USA e da diversi Stati membri dell’UE, secondo cui la realizzazione di questo gasdotto di fatto rafforzerà ulteriormente la già elevata dipendenza energetica del Vecchio Continente dalla Russia. Inoltre, è l’opinione di molti osservatori, il Nord Stream 2 sottrarrebbe volumi di gas in transito attraverso l’Ucraina, riducendo le entrate di Kiev e rendendo il Paese più debole e ‘vulnerabile’.
La Reuters rileva inoltre che il gas russo giunto in Germania via gasdotto costituirebbe, per i Paesi della regione, un’alternativa più economica rispetto al GNL importato via nave proprio dagli Stati Uniti, un altro motivo per cui Washington sembra decisa ad ostacolare l’avanzamento del Nord Stream 2.