Uniper in Germania, Eni in Italia, Europol Gaz in Polonia, Engie in Francia: queste sono solo alcune delle società che hanno deciso di aprire un contenzioso con Gazprom per non aver rispettato i contratti di fornitura previsti.
Dallo scoppio del conflitto russo-ucraino, infatti, Putin aveva deciso di chiudere i rubinetti del gasdotto Gazprom verso l’Europa, come “ripicca” per le numerose sanzioni che i paesi dell’Unione avevano combinato alla Russia.
I contratti che prevedevano la fornitura del gas, però, risalivano a prima dell’inizio del conflitto e perciò la mancata erogazione nel 2022 ha spinto la società tedesca Uniper, maggior importatrice di gas russo di cui si aspettava 20 miliardi di metri cubi, ad aprire un contenzioso nei confronti della multinazionale, seguita a ruota da Eni e da tutte le altre società europee importatrici di gas.
Sebbene le quantità di gas importate dall’azienda del cane a sei zampe fossero lievemente inferiori rispetto a quelle tedesche – 17 miliardi di metri cubi, di cui 11 sarebbero andati all’Italia e 6 alla Turchia – la cifra che spetterebbe ad Eni sarebbe in linea a quella di Uniper, ossia circa 12/12,5 miliardi di Euro.
Il contenzioso sarebbe partito ai primi di maggio e, secondo quanto previsto dai contratti, sarà giudicato a Stoccolma in data da destinarsi.