giovedì, Dicembre 5, 2024

Grimaldi: “Sotto i mari italiani, ci sono riserve di oltre 90 miliardi di metri cubi di metano a basso costo”, riprendere l’estrazione dai pozzi fermi

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In un momento di crisi come quella attuale, è importante agire in fretta e con un programma ben delineato.

Si moltiplicano, nel corso degli ultimi giorni, le esortazioni, gli inviti, i solleciti a potenziare e diversificare le fonti di energia per far fronte alla sospensione delle forniture di gas dalla Russia, anche guardando a cooperazioni con altri paesi nel mondo; in data odierna, a tal proposito, il Premier Draghi ha avuto una conversazione telefonica con il Presidente della Repubblica del Congo, Dénis Sassou Nguesso, per una possibile collaborazione nel settore energetico.

Ma restando “in casa nostra”, siamo sicuri di sfruttare appieno le risorse del nostro territorio?

Questa mattina, l’avvocato Erich Grimaldi, Presidente dell’unione politica UCDL, si è rivolto al Primo Ministro, Mario Draghi, rispondendo a questa domanda:”Da notizie di stampa si apprende che, sotto i mari italiani, ci sono riserve di oltre 90 miliardi di metri cubi di metano a basso costo. [Istituire] ad horas, un commissario straordinario, con poteri speciali, per l’estrazione del gas metano presente sotto i mari italiani, dai pozzi attualmente fermi, per limitare, il più possibile, che la crisi militare Ucraina possa gravare economicamente sulle imprese e sulle famiglie italiane, già stremate da due anni di pandemia“.

Secondo le analisi riportate da Grimaldi, vi sono in Italia oltre 700 pozzi attualmente fermi (alcuni bloccati da anni a causa di leggi, norme e divieti) la cui estrazione di gas costerebbe 5 centesimi al metro cubo; una cifra significativa rispetto ai 70 centesimi a metro cubo l’importazione.

Non si tratterebbe di perforare nuove riserve, ma solamente di aggiornare gli impianti dei giacimenti ancora attivi e di riattivare le riserve ferme da anni. Alcune riserve sono ormai secche, ma diversi giacimenti sono ancora pieni di gas e sono bloccati da anni, per norme, ricorsi, divieti e moratorie. Appare incredibile conclude Grimaldi che l’Italia non si sia preparata ad un possibile e prevedibile taglio delle forniture, provenienti dalla Russia“.

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