Tutti i segmenti dell’industria oil&gas, upstream, midstream e downstream, cresceranno nel corso del 2019, anche se in misura diversa a seconda del settore di attività e dell’area geografica di riferimento, con l’Asia e l’Africa a fare da traino e il Medio Oriente, invece, sostanzialmente fermo.
E’ questo lo scenario delineato nel suo report annuale da Gulf Energy Information, azienda con base a Houston che edita numerose testate specializzate proprio sull’industria oil&gas, i cui risultati sono stati illustrati da Fabio Potestà, Italian Sales Manager di Gulf Energy Information, in occasione del workshop ‘La filiera energetica: scenari e innovazione per lo sviluppo sostenibile’, organizzato da Assomineraria presso la sede milanese di Maire Tecnimont.
In ambito upstream, che Gulf Energy presidia tramite la testata World Oil, “nel 2019 – ha spiegato Potestà – le perforazioni di nuovi pozzi negli USA cresceranno del 4% rispetto all’anno precedente. Tendenza positiva che si accentua in modo particolare in relazione all’area del Golfo del Messico, dove dopo 4 anni di declino le attività di drilling cresceranno quest’anno del 7,7%”.
A livello globale (Stati Uniti esclusi), invece, “le perforazioni di nuovi pozzi aumenteranno del 2,5%, mentre se guardiamo soltanto all’ambito offshore, e comprendendo questa volta anche gli USA, il dato sale fino a un +6,1%”.
Scendendo più nel dettaglio, “il drilling crescerà del 3,9% in Europa Occidentale e dell’1,4% nell’Europa Orientale quest’anno, mentre l’Africa fa segnare un ottimo 8,7%. Un dinamismo che non pervade però il vicino Medio Oriente, sostanzialmente fermo con un -0,5%. Su buoni tassi di sviluppo anche tutta la macro-regione asiatica (+2,6%), sostenuta dagli investimenti di Cina e India”.
Ancora migliori sembrano essere le previsioni formulate da Gulf Energy – che segue questo secondo filone tra le altre con la testata Pipeline & Gas Journal – riguardo le attività midstream, ovvero quelle relative al trasporto e alla distribuzione di petrolio e gas: “Il midstream crescerà notevolmente, sostenuto da un ulteriore incremento della domanda di energia a livello globale, dal crescente utilizzo del gas per la power-generation, dal massiccio sfruttamento di shale oil e shale gas nel continente americano e anche dalla sempre maggior diffusione del GNL”. In particolare, secondo il report stilato dalla casa editrice texana, “la Russia è impegnata in un importante programma di investimenti per potenziare il sistema di condotte tramite cui far arrivare il proprio gas in Europa e in Asia, mentre la Cina intende raddoppiare l’estensione delle sua rete di pipeline nel corso dei prossimi 7 anni”.
Infine il downstream, settore che Gulf Energy racconta attraverso le pagine, cartacee e digitali, di Hydrocarbon Processing: “Tutti i segmenti cresceranno nel 2019, la raffinazione, la petrolchimica e soprattutto il GNL. I nuovi progetti focalizzati proprio sul gas naturale liquefatto, che erano il 20% del totale nel 2016, saranno il 39% del totale quest’anno”.