La Puglia, balzata agli onori delle cronache energetiche nei giorni scorsi per le proteste contro il gasdotto TAP (Trans-Adriatic-Pipeline), che porterà in Italia il metano estratto in Azerbaijan, potrebbe nei prossimi anni diventare il punto di approdo finale di un’altra infrastruttura simile, ovvero il gasdotto EastMed, che dovrebbe trasportare il gas estratto dal maxi-giacimento Leviathan, nell’offshore di Israele.
Si tratta al momento di un progetto nella sua fase ancora iniziale, che però lunedì scorso ha ricevuto un primo importante imprimatur: il Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, in visita a Tel Aviv, ha firmato con i suoi omologi di Israele Yuval Steinitz, di Grecia, Giorgos Stathakis, di Cipro, Yiorgos Lakkotrypis e con il commissario Ue all’energia Miguel Arias Canete, una dichiarazione congiunta a favore del EastMed, definito “un fondamentale asse di sviluppo della strategia energetica complessiva del Mediterraneo”.
Il progetto di questo nuovo gasdotto, di cui Steinitz aveva già parlato con Calenda, con alcuni parlamentari italiani e coi vertici di Snam in una sua recente visita a Roma, verrà presentato a breve al G7 dei ministri dell’energia che svolgerà sempre nella capitale italiana il 9 e il 10 aprile.
L’opera, che richiederà un esborso complessivo nell’ordine dei 6 miliardi di euro e nonché 5-6 anni di lavori per essere completata, dovrebbe collegare, con 1.300 chilometri di condotte offshore e altri 600 onshore, Israele, con Cipro, Grecia e quindi Italia. Nel Belpaese, in particolare, la pipeline dovrebbe arrivare sulla costa pugliese, a Otranto, incorporando una porzione di gasdotto precedentemente progettata da IGS Poseidon, società partecipata da Edison e dalla greca Depa che aveva avviato l’iter autorizzativo per l’opera, poi sospesa ma che oggi potrebbe tornare a rivivere come parte del EastMed, che dovrebbe essere, se e quando sarà completato, il più lungo gasdotto del mondo.