L’Egitto, in attesa di veder partire la produzione del mega-giacimento Zohr, scoperto e operato dall’Eni – prevista entro la fine dell’anno – ha deciso di imprimere una decisa svolta liberista al mercato nazionale del gas naturale, proponendosi come hub regionale in concorrenza con Turchia e Cipro.
Secondo quanto riportato dalla testata specializzata Petroleum Economist, infatti, il Governo del paese nordafricano, con la Legge 196 del 2017, ha dato il via alla deregulation del settore.
La norma in questione, di fatto, consente alle società private di utilizzare le infrastrutture di import e distribuzione del gas di proprietà dello Stato per le proprie attività di trading.
La compagnie potranno quindi importare, movimentare, stoccare e consegnare gas naturale, sotto il controllo di un nuovo ente governativo da creare appositamente, che sarà presieduto dal Ministro del Petrolio.
Lo scopo, come esplicitato dall’esecutivo egiziano nella stessa Legge 196, è quello di “attrarre e promuovere investimenti nelle attività legate al gas, incoraggiare un clima di concorrenza e creare un mercato competitivo in questo settore”.
Oltre a voler attrarre investimenti esteri, l’Egitto punta a creare un mercato libero e concorrenziale, senza il quale sarebbe impossibile per il Paese assumere un ruolo centrale come hub mediterraneo del gas. Obbiettivo che invece, con questa deregulation appena attuata, potrebbe essere alla portata, considerando che uno dei principali competitor in questo contesto è la Turchia, dove però – almeno al momento – non sembrano all’orizzonte liberalizzazioni di analogo tenore.
La nuova normativa egiziana renderà molto più flessibile il mercato del gas, attirando i grandi operatori del settore che ormai da tempo, a livello globale, lamentano proprio l’eccessiva rigidità di regole e contratti in questo segmento di business.