A soli 4 mesi dall’avvio delle attività di Zohr, il maxi giacimento di gas naturale scoperto dall’Eni al largo delle coste egiziane ad agosto 2015, la corporation italiana ha annunciato l’avvio della seconda unità di produzione.
Con questo passaggio raddoppia la capacità installata che passa da 400 a 800 piedi cubi standard di gas al giorno (MMScfd), equivalenti a 150.000 boe al giorno (46.000 boe/giorno in quota Eni).
Un passo importante – scrive l’Eni in una nota – nel progetto di sviluppo di Zohr, che si trova nel blocco di Shorouk, a circa 190 km a nord di Port Said. Zohr. Le tempistiche previste sono molto rapide: l’output del giacimento dovrebbe arrivare a 1,2 miliardi di piedi cubi di gas al giorno (bcfd) entro maggio 2018 e a 2 bcfd entro la fine dell’anno, per raggiungere il plateau di produzione di 2,7 bcfd nel 2019.
Questo nuovo risultato rafforza l’eccezionale percorso di Zohr, uno dei sette progetti record di Eni, che sta svolgendo un ruolo fondamentale nel supportare l’Egitto a perseguire l’indipendenza dall’importazione di GNL nel 2018.
Eni detiene una partecipazione del 60% nel blocco di Shorouk, Rosneft il 30% e BP il 10%. A marzo 2018, Eni ha concordato la cessione a Mubadala Petroleum di un 10% della sua quota nella concessione. Il progetto è operato da Petrobel, la società operativa detenuta congiuntamente da Eni e dalla società statale Egyptian General Petroleum Corporation (EGPC), per conto di Petroshorouk, detenuta congiuntamente dal Contractor (Eni e i suoi partner) e dalla società di stato Egyptian Natural Gas holding Company (EGAS).