La National Oil Corporation (NOC) libica è stata costretta a interrompere le attività della principale raffineria del Paese, situata ad Azzawiya e gestita dalla società controllata Azzawiya Oil Refining Company.
E’ stata proprio quest’ultima, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Reuters, ad annunciare l’impossibilità di proseguire le operazioni, a causa della mancanza di forniture di petrolio e all’inesistenza di scorte.
Secondo fonti dell’agenzia, ad Azzawiya sarebbero state fermate entrambe le unità di raffinazione dell’impianto, che hanno una capacità nominale di 60.000 barili al giorno ciascuna.
Un altro duro colpo all’industria petrolifera della Libia, il cui output è crollato velocemente dopo lo scorso 18 gennaio, quando le milizie fedeli al comandante Haftar avevano bloccato i porti di export della regione e molti dei principali giacimenti petroliferi.
In conseguenza di questo blocco, la produzione nazionale è passata da 1,2 milioni di barili al giorno ad appena 180.000 barili al giorno. Una situazione che, secondo NOC, ha già causato perdite economia superiori al miliardi di dollari.
La diplomazie dei due governi provvisori libici, in lotta fra loro per il controllo del territorio, sarebbero al lavoro per tentare di risolvere la situazione e superare il blocco, ma per il momento nessun accordo sembra essere sul tavolo.