La riapertura graduale delle aziende petrolifere americane nel mese di maggio ha generato un notevole rimbalzo nei mercati energetici statunitensi. Frutto di questa decisione è stata la ripresa della domanda di petrolio cresciuta del 14 % con 16,2 milioni di barili al giorno.
I dati diffusi dall’American Petroleum Institute (API) nel nuovo bollettino statistico mensile (MSR) sono chiari: la benzina ha rappresentato oltre l’80 percento dell’aumento della domanda, registrando un incremento del 29% con 7,3 milioni di barili al giorno.
Anche la domanda di materie prime derivate dal petrolio ha registrato un aumento mensile importante, mentre il jet-fuel (cherosene) ha riportato per la quinta volta consecutiva una riduzione dei volumi richiesti dalle compagnie aeree, raggiungendo il livello più basso dal 1967. Una conseguenza causata dalla restrizione dei voli locali.
“I settori strettamente legati all’industria del gas naturale e del petrolio degli Stati Uniti, continuano a svolgere un ruolo importante nella ripresa dell’economia globale”, ha dichiarato l’economista capo dell’API Dean Foreman.
Questo significa che il mercato petrolifero nazionale si sta riassestando, dopo l’improvvisa caduta dei consumi causata dalla pandemia. “La crescita della domanda associata alla graduale riapertura delle economie statali ci porta ad essere cautamente ottimisti, sul fatto che il peggio potrebbe essere giá passato” ha commentato infine Foreman.
In quanto all’offerta, negli ultimi mesi si è ridotta in modo sostanziale: l’attività di perforazione ha registrato una riduzione di 600.000 barili di petrolio al giorno negli Stati Uniti, raggiungendo una media di 11,4 milioni di barili nel mese di maggio. Mentre al contrario, la produzione di liquidi di gas naturale negli è rimasta relativamente stabile con 4,8 mb/d, dimostrando un calo dello 0,8 % rispetto al mese precedente. Queste diminuzioni della produzione corrispondono a un calo record dell’attività di perforazione negli USA, che è diminuito del 70% dall’inizio del 2020.