L’Eni, da sempre attiva in Iran fin dai tempi dello scià, torna protagonista dell’industria energetica del paese.
Recentemente infatti la corporation di San Donato Milanese ha firmato un MoU con National Iranian Oil Company (NIOC) per lo studio di fattibilità dello sviluppo del giacimento di gas Kish e della terza fase del giacimento petrolifero Darquain, nell’ambito degli sforzi – spiega la stessa NIOC in una nota – messi in campo dall’Iran per riportare la produzione a livelli pre-sanzioni.
“L’Eni ha fatto un lavoro importante al Cairo e nel Mediterraneo, agendo rapidamente ma con elevati standard qualitativi, motivo per cui abbiamo deciso di riporre nell’azienda italiana la nostra fiducia per i giacimenti Kish e Darquain” ha commentato il vice managing director di NIOC per lo sviluppo e le attività ingegneristiche Gholamreza Manouchehri.
Dalla firma, Eni avrà 6 mesi di tempo per presentare i risultati del suo studio, a cui al momento comunque non sono legati investimenti diretti dell’azienda italiana.
Il Chief Upstream Officer di Eni Antonio Vella ha inoltre ricordato l’ormai consolidato rapporto di collaborazione tra le due aziende, interrotto solo per cause di forza maggiore durante il periodo delle sanzioni. Prima dell’embargo Eni aveva collaborato allo sviluppo di molti progetti, come Fase 4 e Fase del giacimento petrolifero South Pars, e allo sviluppo dei giacimenti petroliferi Darkhovin, Doroud e Balal.