L’Eni e BP sarebbero in trattative avanzate con il Governo di Baghdad per la realizzazione di due pipeline sottomarine dedicate all’export di petrolio, nel sud dell’Iraq.
A riportarlo, nei giorni scorsi, è stata l’agenzia Reuters, che – citando 5 dirigenti pubblici iracheni attivi nel settore, rimasti anonimi – ha riferito di un contratto in ballo del valore di circa 400 milioni di dollari.
Trattative che poi sono state effettivamente confermate dal ministero iracheno del petrolio, che però ha parzialmente smentito le ricostruzioni dell’agenzia di stampa britannica.
La Reuters scriveva infatti che proprio i due oleodotti offshore, oggetto delle trattative con le major italiana e inglese, erano originariamente parte di un maxi-progetto allo studio con ExxonMobil: la corporation americana avrebbe dovuto avviare il progetto, economicamente quantificato in circa 53 miliardi di dollari, già all’inizio di quest’anno, salvo poi prendere tempo a causa di una serie di ostacoli nella definizione degli aspetti contrattuali con Baghdad e dell’inasprimento dei rapporti tra Washington e il vicino Iran.
Per questo, secondo la Reuters, il Governo iracheno avrebbe iniziato a guardarsi intorno e a ‘frammentare’ il progetto originario di Exxon, appaltando almeno alcune porzioni a terze parti. Strategia che si sarebbe concretizzata già lo scorso giugno, quando proprio da Baghdad era stata ufficialmente annunciata l’assegnazione al costruttore sudcoreano Hyundai Engineering & Construction di un contratto da 2,4 miliardi di dollari per la realizzazione di un impianto di iniezione dell’acqua marina, anch’esso originariamente parte del progetto della major americana. Strategia che ora proseguirebbe tramite le trattive in corso con Eni e BP.
“Non possiamo aspettare Exxon in eterno. Abbiamo seri problemi con i nostri attuali oleodotti sottomarini e urgente bisogno di trovare partner che ci aiutino a costruire una nuova pipeline. Ulteriori ritardi potrebbero seriamente danneggiare la nostra capacità di esportazione petrolifera” ha dichiarato alla Reuters un dirigente del settore petrolifero iracheno, che ha preferito rimanere anonimo.
Scenario tuttavia smentito direttamente dal Governo iracheno, che in una nota diramata dal ministero del petrolio (e riportata dalla stessa Reuters) conferma le trattative con Eni e BP, precisando però che il loro oggetto è relativo esclusivamente alla costruzione di due pipeline sottomarine, le quali non facevano parte dell’originario progetto allo studio da ExxonMobil.
Con la corporation americana, infatti, il dialogo è tuttora in corso riguardo un deal di ben più ampia portata, coinvolgendo – ricorda Baghdad – diversi aspetti, come lo sviluppo di nuovi giacimenti, l’espansione delle strutture per lo stoccaggio, il trasporto e la realizzazione di impianti per il trattamento del gas.