La crescita della domanda mondiale di petrolio sta rallentando a causa della debolezza di alcune economie occidentali e della transazione energetica, ormai in corso, verso fonti alternative.
Ne è convinta l’OPEC, organizzazione che raggruppa 14 tra i principali Paesi produttori di petrolio (la maggioranza dei quali mediorientali), che nel suo recente World Oil Outlook 2019 ha tagliato le stime sulle domanda di greggio per i prossimi anni.
Nel documento, presentato ieri a Vienna a giunto ormai alla sua 13esima edizione, l’OPEC ritiene infatti che nel 2023 la domanda globale di petrolio toccherà quota 103,9 milioni di barili al giorno, valore sensibilmente minore dei 104,5 milioni di barili al giorno stimati, per lo stesso anno (2023), nell’outlook del 2018. Analogamente, anche le previsioni sul lungo termine sono state ridimensionate: da oggi al 2040 la domanda complessiva crescerà di 12 milioni di barili al giorno arrivando a 110,6 milioni di barili al giorno, meno di quanto la stessa OPEC stimasse lo scorso anno in relazione al medesimo orizzonte temporale.
Particolarmente significativa risulta poi la composizione di questo trend, il cui segno positivo è dettato esclusivamente dalla spinta dei Paesi asiatici: da qui al 2040 infatti la domanda di greggio dei Paesi aderenti all’OCSE calerà (per effetto della stagnazione economica e delle politiche di tutela ambientale) di 9,6 milioni di barili al giorno, ma sarà compensata da una simultanea crescita della domanda proveniente dai Paesi non-OCSE di 21,4 milioni di barili al giorno (rispetto ai dati del 2018).
Sul lato dell’offerta, l’OPEC nel suo report evidenzia la continua crescita delle produzione dei Paesi produttori che non fanno parte dell’OPEC – in particolare USA e Canada, grazie allo shale oil, ma anche Brasile, Norvegia e Kazakistan – il cui output è previsto in aumento di 9,9 milioni di barili al giorno tra 2018 e 2024 (salvo poi rallentare a partire dal 2025). Una dinamica che potrebbe contribuire ad un ulteriore squilibrio del mercato, per tentare di arginare il quale i Paesi OPEC hanno stabilito una nuova riduzione dei loro livelli produttivi, che dai 35 milioni di barili al giorno del 2019 dovrebbero scendere fino a 32,8 milioni di barili al giorno nel 2024.
Nel suo ultimo World Oil Outlook l’OPEC ribadisce poi che per tutto il periodo considerato, ovvero fino al 2040, la principale rotta commerciale del greggio resterà quella tra Medio Orienta e Far East, mentre nello stesso intervallo gli investimento complessivi nell’industria petrolifera ammonteranno a circa 10,6 trilioni di dollari.