Dopo il recente via libera ad un nuovo finanziamento di 500 milioni di euro concesso dalla Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo, il gasdotto TAP (Trans-Adriatic-Pipeline) – parte del sistema di condotte denominato South Gas Corridor, infrastruttura che dovrà trasportare in Turchia e nell’Europa meridionale il gas naturale estratto nel giacimento Shah Deniz, in Azerbaijan – ha incassato un altro importante ‘endorsment’.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in questi giorni in visita di Stato proprio in Azerbaijan, durante un incontro svoltosi nella capitale Baku con il Presidente azero Ilham Aliyev, ha infatti assicurato che “c’è il comune impegno a portare a compimento il corridoio meridionale”. Dichiarazione a cui ha fatto eco lo stesso Aliyev, che ha ribadito “il progetto TAP serve”.
Prese di posizione nette, che evidentemente dissipano le eventuali preoccupazioni generate dall’uscita del neo Ministro dell’Ambiente italiano Sergio Costa, che all’indomani dell’insediamento del nuovo Governo aveva definito il TAP “un’opera inutile”.
E d’altra parte l’approvvigionamento del gas e la diversificazione delle fonti sono un argomento sempre più strategico per l’Italia: secondo le statistiche recentemente diffuse dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE), la società del Ministero dell’Economia che promuove le rinnovabili, nel 2017 il gas ha superato le fonti rinnovabili nel mix energetico italiano. Queste ultime sono passate dal 38,85% nel 2016 al 36,60 nel 2017. Il gas naturale è salito dal 37,97% nel 2016 al 42,34% nel 2017. Nello stesso periodo, il carbone è sceso dal 15,47% al 13,75%, il nucleare dal 3,78% al 3,68%, i prodotti petroliferi dallo 0,79% allo 0,75%, le altre fonti dal 3,14% al 2,88%.
Le fonti rinnovabili avevano superato il gas nel mix energetico nel 2013 e avevano raggiunto la percentuale massima nel 2014 (43,1%).