Circa la metà dei 9,5 miliardi di euro necessari a finanziare la costruzione del Nord Stream 2, il gasdotto che affiancherà la condotta già esistente tra Russia e Nord Europa, sui fondali del Mar Baltico, saranno garantiti da cinque compagnie energetiche europee.
Nord Stream 2 AG, la società svizzera che ha in capo la realizzazione dell’infrastruttura, ha recentemente firmato contratti per finanziamenti a lungo termine con la francese Engie, l’austriaca Omv, l’anglo-olandese Shell e le tedesche Uniper e Wintershall, che complessivamente si impegnano, con varie formule, a fornire capitali per 4,5 miliardi di euro (circa 950 milioni ciascuna) necessari a coprire la metà del costo complessivo del Nord Stream 2, che dovrebbe essere operativo a partire dal 2019 con una capacità annua di 55 miliardi di metri cubi di gas.
Le 5 major europee erano tutte azioniste della stessa Nord Stream 2 AG insieme alla russa Gazprom, che però oggi resta l’unica socia dopo che la scorsa estate sotto pressione di Bruxelles e di alcuni paesi membri dell’Europa dell’Est – contrari al progetto – le aziende del Vecchio Continente erano state costrette ad uscire dalla compagine azionaria.
Al momento non è chiaro cosa Engie, Omv, Shell, Uniper e Wintershall ricaveranno in cambio del sostegno finanziario garantito a Nord Stream 2, che comunque resterà controllata al 100% da Gazprom, ma secondo molti analisti la mossa delle 5 corporation avrebbe l’obbiettivo dichiarato di forzare il blocco imposto dall’UE, e di ribadire – cosa peraltro fatta apertamente dai vertici di queste società – l’importanza strategica dell’opera per il mercato europeo del gas.