Il gasdotto Trans-Adriatic-Pipeline (TAP), ultima porzione del South Gas Corridor, sistema di condotte che dovrebbe portare il gas estratto in Azerbaijan fino alle coste della Puglia (passando per Turchia, Grecia e Albania) “è un’opera inutile” e l’Italia “rivedrà il suo coinvolgimento nel progetto”.
Ad esprimersi con giudizi così netti – secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Reuters – è stato Sergio Costa, ex generale dei Carabinieri impegnato nella lotta alla ‘terra dei fuochi’ e fresco Ministro dell’Ambiente del nuovo Governo a guida Lega-Movimento 5 Stelle.
L’opera, promossa dalla società TAP AG – partecipata da BP (20%), SOCAR (20%), Snam (20%), Fluxys (19%), Enagás (16%), e Axpo (5%) – sarebbe ormai completata al 70%, anche se manca ancora proprio il tratto offshore che dovrebbe collegare le coste dell’Albania con quelle della Puglia, e costituisce uno dei pilastri della politica di sicurezza energetica dell’Unione Europea, consentendo di allentare la dipendenza delle forniture di gas russo.
Ma Costa ha dichiarato che “considerando la politica energetica di questo Governo, e la domanda di gas in calo, il progetto del TAP oggi appare inutile”, anche se ha poi aggiunto che ogni decisione a riguardo dovrà essere presa in accordo con gli altri Ministri competenti.
In realtà, secondo diverse analisi internazionali, citate anche da Snam in un suo recente report, la domanda di gas a livello globale è destinata a crescere ad un tasso medio annuo compreso tra il1,6% e il 2,2% da qui al 2030.
Inoltre – sottolinea la Reuters – un’eventuale passo indietro da parte dell’Italia potrebbe creare tensioni con i promotori del progetto, che ha un valore complessivo di oltre 4,5 miliardi di euro.