Il prezzo del petrolio inizia a salire, ma le cose per Saipem potrebbero non diventare più facili, anzi. Il contractor italiano è infatti alle prese con una concorrenza internazionale sempre più ampia e aggressiva, secondo una recente analisi redatta da Mediobanca e riportata dal quotidiano finanziario MF.
A tale proposito, l’istituto di Piazzetta Cuccia cita un recente contratto del valore di 750 milioni di dollari per l’installazione della parte sottomarina del progetto Tortue, nell’offshore della Mauritania e del Senegal, che BP avrebbe affidato ad una cordata formata da Mcdermott e GE. Quest’ultima si sarebbe imposta superando le altre offerte, presentate da 3 diverse cordate: OneSubsea/Subsea7, TechnipFMC e appunto Aker Solutions/Saipem.
In fermento anche il mercato dei servizi offshore in Arabia Saudita. Secondo l’articolo di MF, che cita sempre come fonte lo studio di Mediobanca, Saudi Aramco avrebbe intenzione di ampliare il numero di EPC contractor con cui la corporation statale intrattiene rapporti commerciali regolari, in vista dell’aumento dei progetti in ambito oil&gas. Ma il fattore determinante – secondo la banca d’affari italiana – sarà capire quale sarà la reale consistenza dei budget 2018 delle oil major per nuovi progetti, che dovrebbero essere svelati nelle prossime settimane.
Alla luce di tale scenario, comunque, le previsioni di Mediobanca riguardo Saipem non sono ottimistiche: l’istituto milanese ritiene infatti elevato il rischio che l’anno appena iniziato possa rivelarsi un altro anno di bassa raccolta di nuovi contratti per il gruppo di San Donato. “Con un portafoglio ordini 2018 da 5,8 miliardi di euro alla fine del terzo trimestre 2017 – scrive infatti Mediobanca – prevediamo che i ricavi del gruppo scenderanno dell’11% nel 2018, rispetto al 2017, a 8,2 miliardi di euro, con un conseguente impatto sulle nostre stime di Ebitda 2018 che vediamo in calo del 20% a circa 800 milioni di euro”.