L’Iran sta tornando a stoccare petrolio greggio offshore, a bordo delle petroliere della flotta nazionale, controllata dalla compagnia pubblica NITC (National Iranian Tanker Co). Al momento il fenomeno non avrebbe assunto le medesime proporzioni di quando la misura fu adottata nel periodo di sanzioni 2012-2016, ma secondo i dati di Bloomberg questa tendenza è chiara, ed è diretta conseguenza delle nuove sanzioni americane annunciate nei mesi scorsi dal Presidente Donald Trump.
Il nuovo embargo sancito da Washington nei confronti di Teheran entrerà formalmente in vigore il prossimo novembre, ma – rivela Bloomberg – alcuni dei principali acquirenti di greggio iraniano come Francia e Corea del Sud stanno già riducendo le importazioni. Tutti i principali clienti di Teheran in media hanno acquistato meno petrolio iraniano ad agosto di quanto avevano fatto lo scorso aprile, prima che fossero annunciate le nuove sanzioni.
Per questo, secondo gli analisti citati dall’agenzia americana, è verosimile che lo stoccaggio a bordo delle navi della flotta nazionale di NICT torni ad aumentare: negli scorsi 20 giorni almeno 5 petroliere cariche di greggio sono rimaste ferme, ancorate al largo delle coste del Paese.
Questa contromisura alla riduzione della domanda potrebbe avere però un ulteriore effetto negativo per l’Iran: secondo Bloomberg, infatti, utilizzare le proprie petroliere per stoccare il greggio in eccesso ridurrebbe ulteriormente la capacità di export del paese, già limitata dal fatto che per gli armatori internazionali è oggi molto difficile poter trasportare carichi provenienti dell’Iran (sempre a causa delle sanzioni USA).
Per il trasporto del greggio ai clienti, quindi, la Repubblica Islamica può contare solo sulla flotta di Stato, la cui capacità si sta riducendo a causa dell’utilizzo delle tanker di NICT come depositi galleggianti.