Se il GNL si è ormai imposto, grazie alla sua flessibilità, come valida alternativa al gas consegnato via pipeline nello sforzo di molte economie di diversificare le fonti di approvvigionamento, il gas liquefatto si sta sempre più diffondendo anche come carburante alternativo per navi e camion.
Una declinazione del GNL, quella definita ‘small scale’, caratterizzata da un crescente numero di evoluzioni tecnologiche e nuovi progetti, alcuni dei quali sono stati illustrati nel corso del LNG Global Forum, evento internazionale svoltosi a Milano e giunto quest’anno alla seconda edizione.
La società livornese Gas and Heat, da ormai 50 anni attiva nella progettazione e nella costruzione di componenti destinati alla filiera del GNL, nonché azionista di Higas – la newco controllata all’80% dal gruppo marittimo internazionale Avenir LNG (e partecipata dalla stessa Gas and Heat) che sta costruendo il deposito costiero di Oristano – sta studiando una di queste innovazioni: “Abbiamo già realizzato per un nostro cliente canadese – ha spiegato l’Amministratore delegato di Gas and Heat e Higas, Claudio Evangelisti – un sistema di carico del GNL truck-to-ship e viceversa (quindi utilizzabile anche per trasferire il gas liquefatto dalla nave ai camion), che ha una serie di particolarità. Innanzitutto consente l’allaccio simultaneo di 4 camion cisterna, permettendo di ridurre drasticamente il tempo necessario per il bunkeraggio di una nave, che può essere completato in un quarto del tempo normalmente impiegato per un’operazione truck-to-ship tradizionale con un solo camion”. Inoltre, il sistema realizzato da Gas and Heat, “ha la dimensione di un container da 20 piedi, e può essere caricato su trailer e trasportato facilmente ovunque sia necessario, via camion”.
Caratteristiche che stanno facendo riflettere l’azienda livornese sulla possibilità di realizzare uno di questi impianti mobili da destinare proprio alle future attività small scale in Sardegna: “Potrebbe essere una sorta di ‘longa manus’ di Higas sull’isola. Utilizzando questo sistema, saremmo in grado di svolgere operazioni di bunkeraggio in tutti i porti della regione, dove saremmo pronti ad intervenire entro massimo 24 ore dalla chiamata”. Soluzione vantaggiosa soprattutto per le navi che non necessitano di grandi quantità di carburante, come i traghetti: “Il tempo impiegato per effettuare il rifornimento sarebbe molto minore rispetto al truck-to-ship con camion singolo, ma il costo sarebbe più competitivo se confrontato ad un bunkeraggio con bettolina GNL”.
Sempre in tema di bunkeraggio navale, Saipem – come spiegato durante il forum milanese da Eric Zielinski, Upstream & LNG Product Manager del contractor italiano – sta sviluppando una nuova tipologia di terminal portuale, in grado di approvvigionarsi di gas da una pipeline, liquefarlo sul posto, stoccarlo e poi trasferirlo su bettoline (o direttamente sulla nave destinataria del rifornimento) tramite appositi bracci di carico posizionati a filo banchina.
Un altro progetto innovativo per svolgere attività small scale, e in particolare per consegnare il GNL in aree remote, raggiungibili solo via camion, è quello presentato durante il forum (organizzato da Alj Group) da José Miguel Moreno Blanes, Head of LNG Projects Engeneering & Technology di Naturgy. L’azienda spagnola ha infatti sviluppato un concept di nave chiamato ‘LNG on Wheels’: si tratta – ha spiegato il manager iberico – “di un’unità di piccola dimensione, in grado di ospitare a bordo un certo numero (variabile) di camion cisterna. Una volta cariati i tir, grazie ad una rampa ro-ro, la nave si accosta da una gas carrier, oppure ad una FSU (Floating Storage Unit), da cui preleva il GNL che però, invece di finire in serbatoi, viene trasferito direttamente all’interno delle cisterne dei camion presenti a bordo, grazie ad apposite condotte di carico a cui gli stessi mezzi sono collegati. Una volta terminata questa operazione, la nave torna in porto e sbarca i camion, che immediatamente partono per raggiungere via strada le loro destinazioni finali e scaricare il GNL in depositi satellite. I truck possono così rientrare in porto e ricominciare con un nuovo ciclo logistico. “Una soluzione estremamente flessibile e – ha assicurato Moreno Blanes – anche competitiva dal punto di vista dei costi”.