Prosegue il processo di concentrazione e consolidamento dell’industria americana dello shale oil, colpita in modo particolarmente duro dalla crisi del greggio conseguente alla pandemia di coronavirus.
Dopo l’acquisizione di Noble Energy da parte di Chevron, avvenuta lo scorso luglio per 5 miliardi di dollari pagati in azioni, è infatti la volta di altre due aziende dello stesso settore che sarebbero sul punto di fondersi. Secondo quanto riportato dalla Reuters, Devon Energy Corp, azienda specializzata nella produzione di shale oil, sarebbe in trattativa per rilevare la sua competitor WPX Energy in un deal all-stock (ovvero, anche in questo caso, pagato non in cash ma in azioni) a valle del quale prenderebbe forma un player da oltre 6 miliardi di dollari di valore complessivo.
WPX, basata a Tulsa, in Oklahoma è stata valutata 3,4 miliardi di dollari e l’offerta di Devon – che ha sede anch’essa in Oklahoma, a Oklahoma City – prevedrebbe il pagamento di un piccolo premio agli azionisti della prima, che diventerebbero peraltro detentori di una quota di capitale della seconda.
L’operazione, come ricorda la Reuters, rientra in un processo di consolidamento dell’industria dello shale gas americano iniziato dopo che la crisi del coronovirus (e altre dinamiche di natura geopolitica) avevano fatto sprofondare per la prima volta il prezzo del greggio USA in territorio negativo nella prima parte di quest’anno. L’aggregazione tra più società consente la riduzione dei costi operativi (eliminando le duplicazioni) e la creazione di economie di scala. Entrambe condizioni che potrebbero consentire alle aziende del settore di sopravvivere in una fase di mercato molto complessa, caratterizzata da una domanda globale che resta ancora debole.