La produzione petrolifera della Libia è aumentata di 20.000 bpd rispetto alla scorsa settimana, arrivando a 290.000 bpd grazie alla ripresa delle esportazioni, secondo quanto riferito da una fonte libica anonima all’agenzia di stampa Reuters.
I recenti sviluppi di politica interna, che hanno visto le forze militari al potere nell’est del Paese rimuovere il blocco all’export di greggio, hanno consentito la riapertura dei terminal petroliferi di Marsa El Hariga, Brega e Zueitina, anche se i danni subiti da alcune infrastrutture potrebbero rallentare il ritmo di questa ripartenza.
Il blocco ora rimosso aveva ridotto l’output complessivo libico dai ‘tradizionali’ 1,2 milioni di bpd a meno di 100.000 bpd nel momento di picco negativo.
La National Oil Corporation (NOC) aveva già più volte dichiarato che avrebbe riattivato soltanto i terminal per l’export di greggio dove non ci fosse più stata presenza militare, e al momento risultano ancora fermi i porti petroliferi di Ras Lanuf e Es Sider.
A conferma della ripresa delle attività, nel corso dell’weekend – riporta ancora la Reuters – la petroliera Episkopi ha caricato 600.000 barili di greggio per conto dell’austriaca OMV al terminal Zeuitina, ed è salpata in direzione dell’Italia. Inoltre AGOCO, una controllata di NOC, la scorsa settimana ha ripreso le attività presso il giacimento Hamada, da dove il greggio estratto dovrebbe poi essere inviato alla raffineria di Zawia, nei pressi di Tripoli. La stessa AGOCO ha poi comunicato che le operazioni sono riprese anche presso la raffineria di Sarir, vicino a Sirte.