Il gruppo statunitense ConocoPhillips ha rilevato la connazionale Concho Resources per 8,2 miliardi di euro. Un’operazione che conferma la fiducia nella ripresa della domanda del settore petrolifero americano, quando il prezzo WTI ha raggiunto 41 dollari il barile in questi giorni.
Uno dei primi esperti a commentare questa notizia, Steven Ho, analista di Global Data, ha affermato che questa operazione finanziaria per un importo di 8200 milioni di euro, oltre a consolidare la compagnia con sede a Houston, offre un segnale molto positivo per quanto riguarda la tendenza dell’industria petrolifera internazionale in termini di fusioni e di fiducia nella ripresa dei consumi.
“I consigli di amministrazione di entrambe le società ritengono che l’operazione confermi il grande impegno di portare avanti un cambiamento strutturale nell’ambito del settore petrolifero”, ha affermato Ryan Lance, presidente e amministratore delegato di ConocoPhillips.
Attualmente ConocoPhillips dispone di 323.000 ettari negli Stati Uniti e solo 68.000 nel giacimento di shale oil del Permiano nel quale produce circa 56.000 barili equivalenti di petrolio (mboed) nel 2019. Ma con la nuova acquisizione, Conoco aggiungerà 223.000 ettari di superficie nei propri asset, potendo così raggiungere una produzione di 319.000 mboed di petrolio non convenzionale.
In base a una serie di studi recenti, nei giacimenti di Concho Resources, è stata raggiunta una grande produttività negli ultimi anni, un fattore che ha permesso di ridurre i costi dei pozzi a meno di 800 dollari per piede, ottenendo in questo modo un prezzo di equilibrio al di sotto dei 35 dollari per barile. Vale a dire un costo molto competitivo rispetto ai giacimenti di tipo tradizionale.
“Con questa fusione, ci stiamo unendo a una società con grande potenziale al fine di creare ulteriore valore per gli azionisti nei mercati di oggi”, ha affermato Tim Leach, presidente e amministratore delegato di Concho Resources.