I Paesi produttori di petrolio, riuniti nell’OPEC+ (OPEC e alcuni alleati come la Russia), hanno deciso, nel corso dell’ultima riunione tenutasi ieri, di iniziare ad allentare il regime di restrizione della produzione imposto la scorsa estate, dopo che gli effetti della pandemia di coronavirus e la guerra commerciale tra Russia e Arabia Saudita avevano fatto sprofondare il prezzo del barile di greggio.
Secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa, i membri dell’OPEC+ hanno concordato (a valle di una mediazione che vedeva Riad la più restia ad alleggerire i tagli) un aumento graduale della produzione di petrolio nei prossimi tre mesi.
Secondo quanto riferito dai delegati presenti alla riunione, i Paesi membri dell’organizzazione aumenteranno la produzione complessiva di petrolio di 350.000 barili al giorno in maggio, di altri 350.000 al giorno in giungo e di ulteriori 450.000 in luglio. La decisione come detto è il frutto della pressione di alcuni produttori (tra cui, per esempio, gli USA), che – con il petrolio a 60 dollari al barile e i prezzi della benzina in crescita – hanno spinto l’OPEC ad agire per tenere sotto controllo i prezzi nel timore che una fiammata possa andare a rafforzare le pressioni inflazionistiche già in atto.