La settimana scorsa il numero di trivelle petrolifere attive negli Stati Uniti e’ sceso di 62 unita’ a quota 922, il minimo dall’aprile 2011. E’ quanto risulta dai dati di Baker Hughes. Si tratta di una flessione pari a quasi il doppio di quelle registrate nelle due settimane precedenti (con, rispettivamente, 33 e 37 trivelle in meno) e che e’ indicativa dell’impatto del crollo del prezzo del greggio sull’industria dello shale oil statunitense, dal momento che si tratta del tredicesimo calo settimanale consecutivo delle trivelle in attivita’, scese del 40% rispetto al massimo storico di 1.609 trivelle risultate attive lo scorso ottobre. Il giacimento di shale oil che ha subito il maggior arretramento e’ il Permian Basin, con 24 trivelle in meno per un totale di 328, il minimo dal 2011. Nell’analisi dei dati va preso in considerazione il ricambio piu’ rapido che caratterizza il comparto shale, nel quale tra il processo di esplorazione e l’avvio delle perforazioni trascorre meno tempo e i giacimenti si esauriscono con maggiore rapidita’.