martedì, Aprile 30, 2024

PIATTAFORME OFFSHORE: NUOVE DIRETTIVE SU SICUREZZA E RICONVERSIONE A ‘FINE VITA’

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La sicurezza delle operazioni quotidiane delle piattaforme offshore attive nei mari italiani, nonché il loro destino una volta giunte alla fine del ciclo produttivo, sono i due tempi su cui si sono incentrati altrettanti convegni organizzati dalla Direzione Generale per la Sicurezza anche ambientale delle attività minerarie ed energetiche (DGS UNMIG) del Ministero dello Sviluppo Economico nell’ambito della fiera OMC di Ravenna.

Con l’evento intitolato “Offshore Safety: Instruments for Directive 2013/30 EU Implementation”, l’ingegnere Roberto Cianella, dello staff del Direttore Generale, ha affrontato gli effetti dell’attuazione in Italia della Direttiva 2013/30/UE sulla sicurezza offshore nel settore degli idrocarburi (“Direttiva Offshore”), in conseguenza della quale è stato creato recentemente il nuovo Comitato per la sicurezza delle operazioni in mare, istituito col Decreto Legislativo 18 agosto 2015 n. 145 e alla cui Presidenza è stato designato il Professor Ezio Mesini, Presidente della Scuola di Ingegneria e Architettura dell’Università di Bologna.

Come ricordato dallo stesso accademico emiliano, il nuovo Comitato avrà poteri di regolamentazione, vigilanza e controllo col fine di prevenire gli incidenti gravi nelle operazioni in mare nel settore degli idrocarburi, e dovrà anche raccogliere le informazioni chiave relative alla sicurezza delle attività upstream che si svolgono nei mari nazionali, elaborarle e renderle disponibili agli interlocutori di riferimento, assicurandone la trasparenza. Operativamente, al Comitato spetta anche valutare le Relazioni sui Grandi Rischi, le comunicazioni di nuovo progetto e le operazioni e vigilare sul rispetto del Decreto da parte degli operatori del settore, anche mediante visite ispettive ed indagini.

Di decommissioning ed eventuale riconversione delle piattaforme offshore presenti nei mari italiani, e in particolar modo nell’Adriatico, si è parlato invece in un altro convegno organizzato dalla (DGS UNMIG durante la fiera OMC di Ravenna e titolato: “The future of the platforms and Blue Economy: decommissioning, multipurpose or other uses?”.

“In Italia ci sono 136 piattaforme (di cui 13 entro le 12 miglia), tra esse 16 (10 entro le 12 miglia) sono prossime al termine del loro ciclo produttivo. Il MISE sta lavorando per definire protocolli di decomissioning che garantiscano il massimo della sicurezza, contemplando anche il possibile riutilizzo di queste infrastrutture per altre attività” ha spiegato il Direttore Generale della DGS UNMIG Franco Terlizzese, introducendo l’argomento prima di passare la parola al Prof. Fabio Fava dell’Università di Bologna, esperto della strategia europea per una Blue Growth, e quindi ai rappresentanti delle istituzioni, il Sindaco di Ravenna Michele De Pascale e l’Assessore regionale dell’Emilia Romagna alle attività produttive Palma Costi, che hanno ribadito l’impegno dei rispettivi enti nel programmare un futuro energetico che integri la necessità di ridurre l’impatto ambientale con la volontà di preservare competenze e posti di lavoro generati a Ravenna dell’industria oil&gas.

Per le aziende attive nel settore, rappresentante da Franco Nanni, Presidente del ROCA (Ravenna Offshore Contractors Association), “ben venga il decomissioning o l’eventuale riconversione ad altri utilizzi delle piattaforme, perché sono nuove opportunità di lavoro per le nostre aziende, a patto che ciò non sia inteso come il ‘funerale’ dell’offshore in Adriatico. Servono anche investimenti in nuovi impianti, dopo un decennio di totale immobilismo”.

Concorde sul tema anche Massimo Marani della Filctem CGIL, che parla per i tre sindacati confederali, secondo cui “in Adriatico ci sono riserve di gas ancora per 10-15 anni, e dobbiamo sfruttarle, sono risorse a Km0”. L’Italia, infatti – come ricorda Pietro Cavanna di Assomineraria – “importa dall’estero oltre il 90% del gas che consuma, con un maggior costo e un maggior impatto ambientale generato dalla movimentazione del prodotto. Dobbiamo sfruttare al massimo le nostre riserve di gas, che è una risorsa fondamentale per accompagnare la transizione verso le rinnovabili, processo necessario ma che certo non si completerà in pochi anni”.

Altri interventi si sono poi susseguiti illustrando casi concreti e progetti in via di definizione riguardo la riconversione delle piattaforme offshore ormai giunte al termine del loro ciclo produttivo: tra questi Nicola Mondelli del cantiere Rosetti Marino, Matteo Babini di Micoperi, David P. Howell di Oil States Barrow, Tobias Rosenbaum di DNV G e Andrea Bombardi di RINA Services.

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