Non solo GNL (gas naturale liquefatto): per rispettare i nuovi limiti alle emissioni di zolfo delle navi stabiliti dall’International Maritime Organizzation, che entreranno in vigore a partire dal 2020, gli armatori stanno valutando la possibilità di utlizzare, come carburante, anche il GPL, ovvero il gas di petrolio liquefatto.
O quantomeno lo stanno facendo le compagnie attive nel trasporto di questo combustibile, le cui navi quindi potrebbero agevolmente utilizzare per la propria propulsione una parte del carico che hanno a bordo.
Dorian LPG, compagnia armatoriale americana attiva nel trasporto di gas di petrolio liquefatto con una flotta di navi very large gas carriers (VLGCs), ha infatti incaricato l’American Bureau of Shipping (ABS) di realizzare un’approfondita analisi tecnico-economica sulla possibilità di utilizzare il GPL come carburante per le proprie navi, e sull’eventuale vantaggio di questa opzione rispetto alle altre possibili, ovvero il GNL (gas naturale liquefatto), l’installazione di scrubber (impianti di lavaggio dei fumi che ne abbattono il contenuto di ossido di zolfo al di sotto dei limiti di legge) oppure l’utilizzo di bunker a basso contenuto di zolfo.
Il Presidente e CEO di ABS Christopher Wiernicki ha sottolineato l’importanza, per gli armatori, di poter valutare in modo approfondito tutte le opzioni a loro disposizione per rispettare i nuovi limiti alle emissioni di zolfo che saranno introdotti nel 2020, e scegliere quella più adeguata alle loro esigenze dal punto di vista tecnico, economico e operativo.
“Stiamo esaminando le potenzialità di utilizzo del GPL come carburante navale, che consentirebbe notevoli benefici ambientali e già oggi sarebbe disponibile in molti porti del mondo anche per operazioni di rifornimento alle navi” ha aggiunto John Hadjipateras, Presidente e CEO d Dorian LPG.