Con il prossimo avvio della produzione nei nuovi giacimenti di gas scoperti negli ultimi anni dall’Eni, la corporation italiana sta ora lavorando sul fronte commerciale per rafforzare la propria rete di vendita e trovare quindi nuovi sbocchi al GNL estratto in Mediterraneo e in Africa.
In particolare, il ‘cane a sei zampe’ punterebbe a rafforzare il proprio trading desk di Singapore dedicato al gas naturale, con l’obbiettivo di presidiare in modo capillare i mercati del Far East sempre più affamati di questo combustibile.
A rivelare i piani dell’azienda di San Donato Milanese è stato Franco Magani, CEO di Eni Trading and Shipping, che a margine di una conferenza tenutasi proprio a Singapore ha spiegato all’agenzia Reuters: “La decisione di potenziare il trading desk di Singapore dedicato al GNL è arrivata in conseguenza dell’integrazione del business del gas nella divisione upstream del gruppo. L’obbiettivo è agire come braccio commerciale per allocare sul mercato la nuova produzione che arriverà soprattutto dal progetto Coral Soth in Mozambico, la cui attività inizierà nel 2022”.
Non è escluso, però, che in una seconda fase – ha aggiunto Magnani – l’Eni decida di esportare in Asia anche una quota del gas egiziano estratto dal maxi-giacimento Zohr, che entrerà in produzione già alla fine di quest’anno.
La corporation italiana è già attiva nell’export di GNL in Asia, dove sta commercializzando il gas naturale estratto dal suo giacimento Jangkrik, in Indonesia, che, dopo essere stato liquefatto, salpa via nave dal terminal di Bontang diretto verso i paesi della regione, tra cui il Pakistan, con cui recentemente l’Eni ha firmato un contratto fornitura di 15 anni.
Attualmente, ricorda la Reuters, il prezzo del GNL in Asia è salito a causa della crescente domanda della Cina e di altre nazioni asiatica, anche se in prospettiva potrebbe tornare a scendere con l’avvio di nuovi progetti produttivi in Australia e negli Stati Uniti.