Dopo gli investimenti messi a segno la scorsa estate, l’Eni è tornata in Alaska per rafforzare la sua presenza nello Stato dell’estremo nord americano, salendo al 100% del giacimento Oooguruk.
La corporation italiana controllava già il 30% delle quote di questa concessione, e ora ha annunciato di aver firmato un accordo Caelus Natural Resources Alaska per rilevare il restante 70%, assumendo quindi il controllo totale.
Il giacimento di Oooguruk, situato nel Mare di Beaufort a circa 5 chilometri dalla costa del North Slope dell’Alaska, è in produzione dal 2008 e l’attuale produzione lorda è di circa 10.000 barili di petrolio al giorno (bopd) da 25 pozzi produttori e 15 pozzi iniettori di gas e acqua. Gli impianti di produzione – spiega il ‘cane a sei zampe’ in una nota – si trovano su un’isola artificiale, situata in soli 1,5 metri di profondità, con teste pozzo di produzione in superficie, che garantiscono condizioni operative in totale sicurezza e nel rispetto dell’ambiente, paragonabili a quelle di un campo onshore. Inoltre Eni potrà fare leva sulla cooperazione e sulle eccellenti relazioni esistenti con le comunità locali.
Eni è già operatore al 100% del giacimento di Nikaitchuq, situato a circa 13 km a nord-est di Oooguruk e in produzione dal 2011 (attualmente produce circa 18.000 bopd).
L’acquisizione del 70% di Oooguruk consentirà a Eni di aumentare immediatamente la propria produzione in Alaska di circa 7.000 bopd, e di implementare importanti ottimizzazioni e sinergie operative tra Oooguruk e Nikaitchuq, entrambe operate al 100%. Eni prevede di perforare ulteriori pozzi di produzione a Oooguruk e Nikaitchuq, con l’obiettivo di portare la produzione totale in Alaska ad oltre 30.000 bopd. Questa operazione rafforzerà ulteriormente la presenza di Eni nella regione, dopo la recente acquisizione effettuata nell’estate 2018 di 124 licenze esplorative (per un totale di circa 1400 kmq) situati nella parte orientale del North Slope dell’Alaska.