Un ripensamento sulla moratoria di 18 mesi delle esplorazioni offshore, introdotta dal Governo italiano con il decreto ‘semplificazioni’ varato all’inizio dell’anno, “è doveroso” secondo il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, intervenuto ieri all’inaugurazione dell’edizione 2019 dell’Offshore Mediterranean Conference di Ravenna.
“Tutti sappiamo che ci sono diverse sensibilità, sul tema, all’interno del Governo. La posizione della Lega (contraria allo stop; ndr) è nota. Ma è giusto fare una riflessione: il ragionamento e la discussione portano sempre a qualche soluzione”.
Il Sottosegretario, che ha incontrato i rappresentanti del cluster offshore locale, degli imprenditori e delle organizzazioni sindacali, si è quindi preso l’impegno di “portare ai tavoli decisionali” le proposte e i suggerimenti raccolti a Ravenna, sostenendo la necessità di “un approccio basato sul buon senso e sull’equilibrio”.
Secondo l’esponente leghista, infatti, questo tipo di approccio dovrebbe essere utilizzato sempre quando si affrontando temi così importanti e strategici, come quelli relativi “a un settore che fa riferimento esattamente alla sovranità del Paese. Perché – ha ricordato Giorgetti – non si può parlare di sovranità del Paese se non c’è la sovranità energetica”.
Dalla sua visita a Ravenna il Sottosegretario ha poi assicurato di “aver tratto informazioni utili e aver imparato qualcosa. Occorre sempre superare i pregiudizi: conoscendo le realtà produttive si capisce il mondo complesso che merita di essere conosciuto”.
La presenza di Giorgetti all’inaugurazione dell’OMC, e le sua parole riguardo una possibile revisione del blocco delle attività offshore, sono state molto apprezzare dalla comunità ravennate, “che – ha spiegato il Sindaco di Ravenna Michele de Pascale – è ben consapevole delle molte aspettative che poggiano sulle spalle del Sottosegretario. Ma posso assicurare che metteremo a disposizione del Governo italiano, per prendere una strada diversa rispetto alle attuali politiche sulle attività estrattive, tutto il supporto tecnico e scientifico che questa comunità potrà offrire”.
Il primo cittadino della città romagnola si è poi detto molto preoccupato, perché l’Italia “è passata oggi da non avere una strategia energetica ad avere una strategia energetica sbagliata. Il nostro Paese deve scegliere tra i criteri scientifici e la demagogia: l’abbandono dei criteri scientifici rischia di creare un danno enorme al comparto, di respingere possibili investimenti italiani e stranieri, ma soprattutto rischia di pregiudicare lo sviluppo energetico nazionale”.
Ma c’è ancora speranza in un’inversione di tendenza secondo De Pascale, che ha poi ricordato che “in Romagna siamo soliti apprezzare di più chi sa correggersi, rispetto a chi non sbaglia mai. Chi sa correggersi riceve solo applausi”.