Nell’ultimo ventennio la produzione italiana di idrocarburi è sensibilmente calata, con notevoli differenze riscontrabili però tra le serie storiche riferite a petrolio e gas naturale.
Secondo i dati contenuti nel ‘Data Book 2020’ recentemente diffuso dall’Unione Petrolifera, infatti, la produzione nazionale di greggio è rimasta tutto sommato stabile, su livelli piuttosto contenuti, passando dai 4,64 milioni di tonnellate del 2000 ai 4,67 milioni di tonnellate del 2018, con un picco di 6 milioni di tonnellate toccato nel 2005.
Ben diverso il discorso relativo al gas naturale: la produzione tricolore è infatti calata dai 17,2 miliardi di metri cubi del 2000 fino ai 5,4 miliardi di metri cubi del 2018. E visto che la disponibilità annua è sempre rimasta stabile a poco più di 73 miliardi di metri cubi, è evidente che nello stesso intervallo sono aumentate, e di molto, le importazioni da fonti estere.
Una dinamica che ha mutato anche la composizione dell’import di gas, in relazione alle fonti di approvvigionamento: l’area ex-Urss, Russia in primis ovviamente, è passata dal fornire all’Italia 21 miliardi di metri cubi nel 2000 a fornirne 32,4 miliardi di metri cubi nel 2018. Parallelamente invece la importazioni italiane di gas dall’Algeria sono diminuite dai 28,1 miliardi di metri cubi del 2000 ai 18 miliardi di metri cubi nel 2018. In crescita anche gli approvvigionamenti da Qatar e Libia, entrambi a zero nel 2000 e rispettivamente pari a 6,5 e 4,5 miliardi di metri cubi nel 2018.